In attesa che sia il Senato a dare il suo ok al piano bipartisan per innalzare il tetto sul debito, il cui massimo autorizzato di 14.300 miliardi verrà raggiunto oggi, il rischio default pare del tutto scongiurato, ma non il meno grave di un “downgrade” dei titoli di stato USA, da parte delle agenzie di rating.
L’accordo tra Repubblicani e Democratici, già votato alla Camera, in cui i primi sono maggioranza, prevede tagli al deficit in dieci anni per 2400 miliardi di dollari, contro un previsto aumento del debito autorizzato per 2100 miliardi, sufficienti a soddisfare il fabbisogno americano da qui alla fine del 2012.
Tuttavia, non è solo questo che le agenzie di rating Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s avevano chiesto alle istituzioni americane. In particolare, le ultime due hanno continuato a minacciare di togliere la tripla A dal rating sui Treasuries, in mancanza di un accordo ampio, ma con differenze tra istituto e istituto.
Più morbida la posizione di Moody’s, che lo scorso venerdì ha comunicato che potrebbe confermare il suo giudizio sui titoli americani, se un accordo sarà raggiunto tra le parti. Quindi, si lascia intendere, anche in assenza di piano ampio. Tuttavia, la stessa Moody’s sottolinea come probabilmente sarà mutato in negativo l’outlook, fino ad oggi stabile.
Più duro il monito di S&P, che ha avvisato Obama di tagliare il suo rating, nel caso non fosse raggiunto un accordo di 4000 miliardi di dollari per i tagli al deficit, ossia un piano ampio bipartisan.
E’ per questo che nonostante sia scontato il voto di oggi al Senato, i mercati tremano.