Nella partita tra governo e forze armate turche, gli eventi stanno volgendo in favore dell’esecutivo di Erdogan, uscito vittorioso dalle elezioni di due mesi fa, che lo hanno riconfermato per la terza volta a capo del governo di Ankara, con il suo popolarissimo Akp. E’ stato aiutato da un’economia in pieno boom, che solo nel 2010 è cresciuta dell’8,9% e in dieci anni di governi Erdogan ha visto triplicare il pil pro-capite turco. Ma fino ad oggi, il potere del premier è stato sempre fortemente limitato e persino minacciato dall’esercito, che secondo la costituzione dell’82, che ricalca le previsioni di Ataturk, protegge e sorveglia sulla laicità delle istituzioni. Una peculiarità, che nel 1997 portò a un golpe soft, ossia a pressioni da parte delle forze armate, affinchè l’allora premier si dimettesse, in quanto considerato poco laico. Oggi, l’Akp rappresenta il partito di ispirazione islamico-moderata, una sorta di formazione conservatrice di centro-destra. Per questo, l’esercito vede molto negativamente Erdogan e fa di tutto per estrometterlo dal potere.
Gli ultimi episodi, che hanno fatto precipitare la già fragile situazione istituzionale sono stati gli arresti di numerosi membri dell’esercito, a tutti i livelli, accusati di progettare un golpe contro il governo e di fare propaganda anti-governativa, attraverso siti internet. Accuse che i militari respingono sdegnati, accusando Erdogan di avere progettato un piano ad arte, per sbarazzarsi dell’esercito.
Il 29 luglio scorso, il Capo di Stato Maggiore, Kosaner, si è dimesso per protesta, insieme a molti altri militari, ma è stato prontamente rimpiazzato dal capo della fanteria, il generale Ozel, ad interim. Adesso è riunito il Consiglio Supremo della Difesa, per la nomina dei vertici rimasti vacanti, dopo le dimissioni di massa. La novità è che stavolta Erdogan ha fatto sapere che il Consiglio propone, ma la nomina spetta alla politica.
Ancora più vigorose e coraggiose sono state le parole di Erdogan al popolo turco. Commentando la recente vittoria dell’Akp, il premier si è detto convinto che bisogna riformare la costituzione, eliminando le cose vergognose scritte nell’82 e creando una repubblica davvero democratica e inclusiva, che non discrimini, ma che riunisca tutti, che ammoderni la Turchia.
E’ evidente che in una Turchia moderna, che tende a confermarsi quale una delle economie big sulla Terra, che sia l’esercito a controllare il governo è inaccettabile. Il piano di Erdogan prevede che i militari rispondano al ministro della Difesa, come accade in qualsiasi altro stato occidentale e moderno.