L’Italia del piagnisteo e della continua ricerca della commiserazione si arrichisce del dato sulle presenze turistiche nelle spiagge tricolori. Secondo il Sindacato Italiano Balneari (Sib), il numero dei turisti sulle spiagge italiane è calato del 25% medio, un vero e proprio crollo, che non risparmia quasi alcuna regione. Fanno eccezione Sicilia e Sardegna, che sarebbero risucite a contenere le perdite.
Tra le motivazioni addotte a tale crollo, c’è la situazione instabile del meteo, che in alcune zone a luglio ha di molto rovinato la stagione, con temporali e acquazzoni che hanno disincentivato molti italiani dal partire in vacanza. Infatti, il crollo riguarderebbe gli italiani, mentre gli stranieri, che hanno prenotato la vacanza in anticipo, sarebbero persino in aumento anche del 15%.
Zone come la Toscana avrebbero un calo ancora più marcato, fino al 28%.
C’è poi la tanto citata crisi, che ormai sembra diventata la causa più gettonata, quando non si vuole o non si riesce a capire le cause di un qualche dato negativo. In termini assoluti, il numero degli amanti della tintarella di luglio sarebbe in calo di ben 2 milioni, che non sono affatto pochi.
Basta la crisi a spiegare il fenomeno del crollo delle presenze? Per nulla. E’ molto convincente la spiegazione del meteo, ma che riguarda solo alcune realtà del Centro-Nord. Se crisi c’è, c’era anche uno o due anni fa, anzi, a maggior ragione, le cose sono andate peggio nel biennio precedente. Il fatto è che come più volte denunciano molte associazioni dei consumatori, tra le stazioni balneari i prezzi non accennano mai a diminuire, alla faccia del piagnisteo.
Se è vero che molti costi sono incomprimibili, non ci crede nessuno che il costo degli ombrelloni e di una sdraio sia destinato a crescere di anno in anno senza freni. Vogliamo più turisti? Abbassiamo i prezzi!