Da oggi, fino alla fine di settembre, scatta lo stop alla pesca in Mar Adriatico, previsto dalla manovra e richiesto dalla stessa Coldiretti, per permettere alla popolazione marina di rinfoltirsi, dopo che le reti dei pescatori, negli ultimi tempi, sono rimaste sempre più vuote. La causa della penuria di pesce è data dall’eccesso del pescato, che non consente a determinate specie di pesci di riprodursi in tempo necessario a ripopolare i mari.
Pertanto, le popolazioni adriatiche, dal Veneto alla Puglia, dovranno fare a meno quest’estate del pesce fresco, che potranno continuare, tuttavia, a mangiare dai mari vicini del Tirreno e dello Ionio.
Subito dopo la fine dello stop, però, toccherà a questi ultimi il blocco della pesca, ma che durerà solo fino al 29 ottobre. Dopo la fine del divieto, il ritorno alla pesca non sarà full-time. Si prevede, infatti, per altre otto settimane, che non si possa pescare il venerdì, sabato e domenica, oltre ai festivi e a un altro giorno a scelta degli stessi armatori.
Tale gradualità, secondo le intenzioni della Coldiretti Pesca, è finalizzata ad evitare che la ripopolazione marina sia nuovamente minacciata da un ritorno immediato e selvaggio della pesca. Negli ultimi mesi, infatti, la situazione stava diventando insostenibile, con un crollo del pescato del 50% e un aumento del valore delle importazioni del 16%, arrivando al paradosso che gli italiani iniziavano a essere importatori di pesce.
Ma con il blocco della pesca, si apre adesso il capitolo spinoso dei risarcimenti e della messa in cassa integrazione di quanti saranno costretti al fermo per almeno un paio di mesi.