L’affaire Penati si arricchisce ogni giorno di capitoli sempre più interessanti, che ci danno il ritratto di un sistema di gestione della politica da parte degli amministratori del centrosinistra che dire disinvolto è un eufemismo. Ieri Piero Di Caterina, grande accusatore di Filippo Penati, già sindaco di Sesto San Giovanni e poi presidente della provincia di Milano per giunte di centro-sinistra, ha mostrato alcune carte sulla contabilità che teneva in modo maniacale sui versamenti ai politici, tra cui si presume anche Penati. La lista dei versamenti è molto lunga e inizia dal 1997, anno in cui Penati è sindaco di Sesto San Giovanni. Gli inquirenti vogliono sapere di più sui rapporti tra Di Caterina e il politico del PD, se trattasi di amicizia o puro rapporto di interessi. L’imprenditore sostiene che il loro rapporto fosse alimentato a colpi di miliardi e risponde così anche di vacanze effettuate insieme, sebbene Penati parla di amicizia.
Ma andando a spulciare la storia politica del Penati, si scoprono spunti interessanti, che quando anche non dessero alcun elemento di reato, comunque sarebbero la dimostrazione del doppio volto della sinistra, addirittura su un argomento di cui si è impadronita con forza in questi anni: il conflitto di interessi.
Il 5 dicembre 2006, a Bergamo, viene fondata la società Eventus srl, di cui Penati è amministratore fino al 9 ottobre 2007, ossia nel bel mezzo della sua carica a presidente della provincia di Milano. Allora, i consiglieri dell’opposizione avevano chiesto lumi a Penati, essendo la società attiva nel commercio di cemento e si sa che la provincia appalta opere pubbliche. Penati rispose che la società trattava solo eventi, ma si scopre che così non era. Ma nel mirino degli inquirenti c’ è un’altra creatura di Penati, la sua associazione Fare Metropoli, fondata nel dicembre 2008, che servì al big del PD per raccogliere denaro per la sua campagna elettorale del 2009. C’è poi un’altra pagina oscura nelle vicende politico-affaristiche di Filippo Penati: Intesa Casa Spa. Fondata nel gennaio 2005, fu messa subito in liquidazione nel marzo dello stesso anno, per una vita di soli due mesi.
Le ultime carte sull’azione politica di Penati, dunque, confermano un modo molto disinvolto di fare politica e di gestire contemporaneamente affari paralleli. Di questo Bersani dovrebbe rendere conto, anzichè inventarsi la macchina del fango, che semmai è uno strumento che il suo partito conosce bene per averlo messo a punto negli anni.