Oltre 30 agenti della forze dell’ordine feriti, quindici manifestanti contusi, la tangenziale di Bari occupata così come i binari della linea ferroviaria Bari-Foggia: è il bilancio di una mattinata di proteste degli immigrati che sono ospitati dal Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) del capoluogo pugliese. Troppo il tempo di attesa per ottenere l’espletamento delle pratiche per lo status di rifugiato: questo il motivo che ha dato il là alla protesta che oltre agli scontri con carabinieri e poliziotti ha paralizzato Bari, causando forti disagi per la circolazione di auto e treni.
Ma la rivolta non è stata diretta solo contro le forze dell’ordine: alcuni manifestanti hanno dato l’assalto ad un autobus di linea con il conducente e alcuni passeggeri che sono rimasti contusi.
Ore drammatiche, mattina di tensione quella vissuta a Bari: la guerriglia è scattata quando il sole era sorto da poco. Ore 6,30 di una giornata che vedrà il capoluogo pugliese teatro di scontri violenti, gli immigrati decidono che è il momento giusto per agire e occupano la tangenziale di Bari e i binari che costeggiano il Cara. Dalla parte opposta arrivano le forze dell’ordine in assetto anti-sommossa: la tensione sale con il risveglio della città e il naturale aumento del flusso di autoveicoli sull’arteria stradale presa di mira dalle proteste dei migranti. La polizia sgombera le carreggiate caricando gli immigrati che fanno partire una fitta sassaiola e danno fuoco a copertoni e bidoni. Scena simile anche per i binari della linea ferroviari con il lancio di sassi che però è stato diretto anche contro un troupe televisiva, impegnata ad intervistare alcuni manifestanti. Intanto nel centro di accoglienza i vigili del fuoco erano impegnati a spegnere l’incendio divampato in uno dei tendoni che era stato dato alle fiamme dagli immigrati.
La situazione è andata avanti per oltre sette ore fino a quando l’opera di mediazione dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine è riuscita a placare la protesta; una calma temporanea però con il caos che è pronto a riscoppiare.
Chiari infatti sono i messaggi arrivati dai manifestanti: resteranno in attesa fino a mercoledì, poi se non saranno arrivati i permessi umanitari sarà nuovamente violenza.