Raggiunto accordo preliminare su debito, svelata la buffonata di Obama

Le agenzie battono quanto segue: è stato raggiunto un accordo preliminare tra Repubblicani e Democratici negli USA, per l’innalzamento del tetto sul debito.

L’accordo prevederebbe una doppia fase. Nell’immediato, il debito sarebbe innalzato di 1000 miliardi di dollari e poi entro il Giorno del Ringraziamento di un’altra tranche di 1800 miliardi. In totale, il debito sarebbe così elevato di ben 2800 miliardi. Ma al contempo, ci sarebbe anche un taglio contemporaneo della spesa: di almeno mille miliardi subito e di altri 1800 miliardi entro fine dicembre.

Qualora il Congresso non approvasse entro tale data il taglio della spesa, si procederebbe con una riduzione automatica della spesa federale. Se questa bozza preliminare fosse confermata, il default tra due giorni sarebbe evitato e già domani a Wall Street si potrebbe respirare un’aria di ritrovata serenità. Tutto bene? Affatto. L’accordo di cui sopra rappresenta un’offesa all’intelligenza del mondo intero, da parte del presidente Obama.

Era da settimane che si discuteva di una bozza simile, presentata dagli stessi Repubblicani, prima con il senatore Mitch McConnell e poi con il famoso piano Boehner, dello speaker della Camera. Con diverse modalità, entrambi i loro piani si ponevano l’obiettivo primario di evitare il default, ricorrendo a un taglio immediato della spesa federale e a un contemporaneo innalzamento del debito, ma con importo parziale, intorno a mille miliardi di dollari, rinviando ai mesi successivi l’innalzamento del debito per altre migliaia di miliardi di dollari.

Obama ha rifiutato tutte queste proposte, anche quando gli è stato consigliato di accettare da parte degli stessi Democratici, sostenendo di preferire un accordo ampio e immediato. A questo punto, viene da chiedersi: c’era bisogno di trascinare per settimane i mercati alla deriva, con pesanti ripercussioni sulla tenuta dei titoli di vari Paesi e della stessa Wall Street, per poi firmare un accordo uguale a quello già in esame da settimane?

Che si trattasse di puro tatticismo politico, lo si era intuito. Ma qui si è scherzato con il fuoco e ora Obama dovrebbe quanto meno renderne conto all’opinione pubblica americana. Oltre tutto, politicamente è uscito sconfitto.

In questo accordo non pare ci sia scritta la tanto amata riforma fiscale, per aumentare le tasse ai redditi medio-alti. 

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