Napolitano avvia i tagli ai costi della politica partendo dal suo stipendio

E’ palpabile la soddisfazione nell’opinione pubblica, suscitata dalla decisione di Giorgio Napolitano di rinunciare all’adeguamento annuo della sua retribuzione fino alla scadenza del mandato. In un periodo in cui i politici chiacchierano e promettono (spesso a vanvera) chissà quali risparmi dei “costi della politica“, il presidente della Repubblica ha preso il toro per le corna ed ha compiuto finalmente un gesto simbolico quanto di sostanza per tracciare la retta via, continuando sì a guadagnare un bel cifrone ma evitando anche di cumularlo con l’indennità di senatore a vita ed il vitalizio che gli spetterebbe per quasi 40 anni di attività parlamentare. Non c’è da stupirsi, ed in fondo è bene che sia così, che l‘apprezzamento per la sua figura nei sondaggi salga e sia ben superiore a quello del presidente del Consiglio e di numerosi altri leader politici di tutti gli schieramenti.

Anche le strutture organizzative saranno ridimensionate, il Quirinale dal 2011 al 2014 risparmierà oltre 15 milioni di euro grazie al blocco del turnover del personale, l’eliminazione dell’allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del Senato, il congelamento degli aumenti di stipendi e pensioni e numerose altre misure relative all’attività lavorativa.

Al Senato invece riduzioni per oltre 100 milioni di euro, mentre alla Camera una “cura dimagrante” per circa 150 milioni entro la fine della legislatura, ma gli interventi non si limiteranno ad intervenire sul settore amministrativo, fra i provvedimenti che dovrebbero essere attuati ci sono infatti anche il blocco degli stipendi dei deputati, riduzione delle loro spese di viaggio e per i gruppi parlamentari. Per Antonio Di Pietro, leader di Italia dei valori, quello di Napolitano è un esempio da seguire senza indugio: “i cittadini sono stanchi di pagare di tasca loro i privilegi di chi siede in Parlamento” ed anche il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, è dello stesso parere: “quello del presidente della Repubblica è un gran bel gesto che avvicina le istituzioni in un momento difficilissimo per il nostro Paese”. Reazione anche da parte della governatrice del Lazio, Renata Polverini, che spiega: “Anche il nostro Consiglio regionale ha diminuito le indennità dei consiglieri, non lo abbiamo pubblicizzato ma qualcosa l’abbiamo fatta e continueremo su questa strada“. Rilievo alla notizia anche sul quotidiano della Santa Sede, l‘Osservatore Romano.

Nota stonata invece dal fantomatico “Spider Truman“, il misterioso “ex-portaborse” che su Internet spopola con le sue indiscrezioni. Recita polemico il blogger che “Il Presidente della Repubblica rinuncia a 68 euro, al ‘povero’ inquilino del Quirinale restano all’incirca 12mila euro mensili” ma stavolta sembra che non manchino critiche dai suoi fans, sostenendo, in breve, che l’atto compiuto da Napolitano “è comunque qualcosa“.

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