In occasione della Festa del Trono, con cui si celebra ogni anno la monarchia marocchina, il Re Mohammed VI ha fatto appello ai politici, affinchè si dia subito seguito a quanto è stato approvato dal popolo marocchino, che con il 98% dei voti ha benedetto la riforma costituzionale che lo stesso monarca a giugno aveva annunciato e promesso. Il sovrano ha esortato ad andare verso nuove elezioni anticipate, in modo tale da fare entrare in vigore la nuova Costituzione, che prevede maggiori poteri per il Primo Ministro, un reale pluri-partitismo e un sistema di monarchia costituzionale, sull’ispirazione del vicino modello spagnolo.
Le attese e le speranze del popolo marocchino sono tante, ecco perchè Mohammed VI teme che possano andare deluse, qualora si rinviassero gli appuntamenti istituzionali necessari, per metterli in atto. L’appello del sovrano, affinchè si sciogli la Camera, potrebbe essere subito raccolto, sebbene ancora non si parli ufficialmente di date per le elezioni politiche. Sempre in occasione dei festeggiamenti per la Corona, il re ha annunciato altre due novità. La prima è di politica interna e riguarda i detenuti.
E’ stata concessa la grazia a 968 di loro, ma solo 14 potranno uscire subito dal carcere, mentre per gli altri si prevede una riduzione della pena. Ma è sul fronte della politica estera che potrebbe esserci un grande passo in avanti. Si parla di una normalizzazione dei rapporti tra Marocco e Algeria, le cui frontiere sono state chiuse nel 1994, a causa della rottura dei rapporti diplomatici, che seguono le tensioni tra i due stati sui confini a sud, nel deserto del Sahara, da sempre incerti.
Per la prima volta, si potrebbe procedere alla riapertura delle frontiere e a un rapporto più pacifico tra Rabat e Algeri. La scommessa di Re Mohammed VI è di fare del Marocco uno stato mussulmano, ma compatibile con al democrazia e le libertà civili.
A differenza di altre riforme improvvisate, che in altri stati arabi sono nate solo per rimediare alla possibilità di conflitti interni, il sovrano si è distinto sin dalla sua ascesa al trono, nel 1999, per una linea molto riformatrice, facendo adottare persino un nuovo diritto di famiglia, che concede alle donne maggiori libertà, tra cui il diritto all’eredità.
Non è affatto un caso che in Marocco non vi sia stata alcuna ondata di protesta violenta, così come nel resto del Nord Africa.
Semmai, solo manifestazioni come quelle del “Movimento 20 febbraio”, che chiedono riforme molto più incisive.