Le indagini sono ancora in corso, per accertare i riscontri alle dichiarazioni di Piero Di Caterina, l’imprenditore dei trasporti, che ha denunciato un giro molto ampio e strutturato di presunte tangenti a politici del centro-sinistra di Sesto San Giovanni (MI), nonchè alla presidenza della provincia di Milano. Mazzette, che sarebbero servite sia a rinvigorire le tasche degli amministratori pubblici interessati, sia a finanziare illecitamente gli ex DS, poi PD, nonchè per il sostegno alla scalata di Unipol, la società assicurativa, legata al mondo delle cooperative, da sempre vicina al mondo della sinistra, in particolare agli ex DS e oggi al Partito Democratico. Un intreccio ingegnoso di giro di denaro, che lo stesso Di Pietro, come sostiene l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini, che denunciò i fatti a suo tempo, definì “ingegnerizzazione della corruzione”.
Adesso, pare che gli investigatori abbiano trovato il famoso foglio del miliardo, ossia un foglio A4 bianco, su cui c’erano appunte una quarantina di cifre con numerosi zeri (siamo ancora ai tempi delle lire). Una matrice segna operazioni di somma e sottrazioni e tar questi numeri a prima vista incomprensibili vi sarebbe la scrittura della mazzetta da un miliardo di lire, che Di Caterina fu costretto a versare all’amministrazione del centro-sinistra, retta da Filippo Penati, sindaco di Sesto San Giovanni, tra il 1997 e il 2000.
Di Caterina sembra ora avere tanta voglia di parlare. Spiega di essere pugliese e che al sud sarebbero tanti i mali che affliggono quelle terre, ma aggiunge che anche al nord le cose non vanno poi bene, tanto è vero che afferma che senza mazzette non si va da nessuna parte.
Denuncia un sistema granitico, per cui se non paghi, non lavori e giudica “uno schifo” questo modo di fare politica. Parlano tanto di sviluppo, dice, ma cominciassero a fare lavorare onestamente chi vuole lavorare e investire. Per questo, ritiene che la magistratura possa essere il medico che guarisce dalla malattia e si dice molto sollevato, ora che ha denunciato tutto.
Tornando al famoso foglio di cui dicevamo, un nuovo “papello” delle tangenti, la somma della matrice farebbe 2 milioni e 235 mila euro.
A tanto sarebbe ammontato il finanziamento illecito al Partito Democratico di Di Caterina, che altro non sono che i 4 miliardi di lire di cui ha sempre parlato.
E i riscontri sembrano emergere l’uno dopo l’altro.
Già si parla di “sistema Sesto”, lo stesso che sta facendo tremare tutto il PD.