Spagna, voto anticipato a novembre

L’era Zapatero in Spagna finirà prima del previsto. Ad annunciarlo è lo stesso premier spagnolo, che ha comunicato la data per le prossime elezioni politiche, anticipata alla domenica del 20 novembre, ossia con quattro mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, che si sarebbe dovuta concludere nel marzo 2012. La decisione è stata presa dal Partito Socialista al governo, per tentare di sfruttare in proprio favore il previsto miglioramento dell’occupazione, durante la stagione estiva, con il sorgere di contratti di lavoro temporanei, soprattutto nel settore turistico. Un escamotage che non servirà granchè da solo a risollevare le sorti di uno Psoe in ginocchio, dopo la batosta elettorale alle amministrative di maggio, quando il partito di Zapatero ha racimolato il peggiore risultato della sua storia post-franchista, avendo perso in tutte le regioni e in tutte le roccheforti in cui si erano aperte le urne, cioè, in tutta la Spagna, ad eccezione dei Paesi Baschi.

Si chiude così definitivamente l’era zapaterista, dopo sette anni e mezzo di potere. I socialisti sono stati travolti dalla crisi economica, che qui ha avuto e continua ad avere conseguenze disastrose, con tassi di disoccupazione al 20% e del 44% tra i giovani. Nel 2010 la Spagna è stata ancora in recessione e quest’anno si prevede un timido +0,8% del pil, insufficiente a contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Per non parlare dei conti pubblici. Se va bene, quest’anno il governo vorrebbe portare il rapporto deficit/pil al 6%. Ieri, Moody’s aveva messo sotto osservazione i conti pubblici e si parlava persino di un declassamento del rating spagnolo, attualmente ad Aa2. E approfittando anche di tale pressione dei mercati, Zapatero ha anticipato la data della sfida elettorale, che ha, tuttavia, ragioni esclusivamente di interesse di parte. I sondaggi danno i Popolari di Mariano Rajoy in netto vantaggio sullo Psoe. Si parla di 10-14 punti percentuali di differenza. Il tentativo di molti esponenti socialisti di cavalcare l’onda di protesta degli “indignados” non ha portato da nessuna parte. Il movimento, che nelle ultime settimane si è caratterizzato anche per episodi di violenza, non può essere schiacciato dai socialisti, che essendo stati al potere da più di sette anni, sono proprio oggetto delle invettive dei giovani indignati.

Il candidato premier per i socialisti è Rubalcaba, già ministro dell’interno di Zapatero.

 

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