E’ iniziato il “New Deal” di Giuliano Pisapia, che in qualità di neo-sindaco della città di Milano sta avendo un merito indubbio: avere dimostrato ai milanesi, in meno di un mese e mezzo dall’insediamento, le qualità amministrative di una giunta di sinistra, ovvero l’aumento della spesa e delle tasse. Il duo Pisapia-Tabacci non vedeva l’ora di mettere le mani sul bilancio di un comune così sano da essere stato tra le poche città italiane, sotto la Moratti, a non avere mai introdotto l’addizionale Irpef. Per non parlare delle opere infrastrutturali in città, appaltate per un valore superiore al miliardo di euro, senza determinare un solo euro di deficit. E sempre sotto la giunta Moratti, Milano ha vantato la tassa sull’acqua più bassa in Italia e tra le più basse anche quella dei rifiuti solidi urbani.
Ma l’arrivo di Pisapia ha stravolto immediatamente il volto del bilancio. Con la scusa di aver trovato un buco di circa 180 milioni di euro, la sinistra ha immediatamente spolverato il suo vecchio manuale di politica economica e applicato la politica del “tassa e spendi”.
E così, alla faccia del modo nuovo di amministrare la politica, sono stati nominati nuovi dirigenti al posto dei precedenti, ovviamente vicini alla persona di Pisapia e al mondo della sinistra. Incarichi nuovi e nuovi stipendi. Tanto che ieri, in Consiglio Comunale, riunito per discutere dell’introduzione dell’addizionale Irpef, una lettera dell’Idv manifestava le perplessità del partito di Di Pietro per la nomina di Giovanni Confalonieri a dirigente per le Relazioni Istituzionali, con uno stipendio da 162 mila euro l’anno, essendo stato questi un sostenitore della campagna elettorale per Pisapia.
Il contenuto della lettera si può riassumere così: non possiamo chiedere sacrifici ai milanesi e poi sfornare dirigenti amici e nuovi stipendi. Ma la risposta del probo Pisapia è stata la seguente: lo stipendio annuo di Confalonieri non è di 162 mila euro, bensì di 119.612 euro. Insomma, una miseria!
E, entro domani, il Consiglio Comunale dovrà votare la proposta Tabacci, per introdurre l’addizionale Irpef dello 0,2% sui redditi superiori a 26 mila euro. Seguono aumenti di 50 centesimi sul biglietto di metro, tram e bus. L’opposizione di PDL e Lega si annuncia durissima.