Colpisce in tutte queste giornate il silenzio del segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, il quale si è esposto solo per minacciare querele contro i giornali che gettino fango contro il suo partito. Parole di un disperato, dimentico delle campagne di stampa incalcolabili che da venti anni e quotidianamente la stampa di sinistra compie contro il premier e la sua coalizione. Se da un lato tale mossa dimostra per l’ennesima volta il viso ipocrita di una sinistra sempre molto moralista con gli altri e benevola con sè stessa, dall’altro presta il fianco a interpretazioni di debolezza strutturale, da parte di chi ha costruito la sua storia politica nella seconda repubblica, attraverso un sentimento giustizialista, il quale a sua volta ha colmato il vuoto programmatico e ideale di chi, avendo abbandonato per necessità l’ideologia comunista, si era ritrovata senza una ragion di esistere.
Dalla famosa e triste stagione di Tangentopoli, la sinistra ha cavalcato l’unica cosa che avrebbe potuto cavalcare: l’ondata di sdegno (giustissima) dei cittadini verso il sistema politico. Non già perchè essa fosse estranea a tale sistema, quanto perchè sarebbe stata l’occasione di sbarazzarsi degli avversari politici (DC, PSI, partiti minori), imbattibili alle urne. Poco importa che il PCI sia stato uno dei partiti più finanziati illecitamente, non solo all’interno dei confini nazionali, ma addirittura da un sistema illecito, proveniente dall’ex Unione Sovietica, un Paese verso cui l’Italia era formalmente ostile, appartenendo alla Nato e all’orbita occidentale a guida USA.
Poi la discesa in campo di Berlusconi ha dato alla sinistra l’altro unico collante possibile per chi non aveva e non ha tutt’ora alcuna idea sul futuro dell’Italia: l’anti-berlusconismo, costruito su un impianto forcaiolo e profondamente giustizialista. Fino ad oggi, il PDS-DS-PD non è stato che solo raramente sfiorato da qualche inchiesta giudiziaria di spessore minore. Le cose sono, tuttavia, cambiate. Il caso Penati non è, infatti, un’inchiesta su un singolo esponente del PD, quanto su una struttura di potere e su un sistema di finanziamento illecito, di cui la sinistra ora deve dare spiegazioni al Paese.
Non solo Penati, dunque. Qui si parla di illeciti, a spese del cittadino per centinaia di milioni di euro, che garantivano la scalata a Unipol, società assicurativa già vicina agli ex DS, provenendo dal mondo delle Coop. Il sistema politico-economico-finanziario della sinistra si concentra sul trinagolo PD-cooperative-banche/assicurazioni. La Milano-Serravalle ha solo scoperchiato il vaso di Pandora e adesso Bersani, per dignità, non potrà più cavalcare il giustizialismo fanatico di questi anni. A meno di non sembrare tristemente ridicolo.