Cina sbotta contro gli USA, rischio di recessione peggiore del 2008

Fino ad oggi, la linea era stata delle prudenza e del non intervento. A metà luglio, il governo di Pechino aveva soltanto auspicato il raggiungimento di un accordo tra Casa Bianca e Congresso, al fine di evitare il default. Ma nulla di più era trapelato dai cinesi. Ma i nervi stanno per saltare, se è vero che mancano quattro giorni al 2 agosto, quando sarà raggiunto il limite legale del debito autorizzato, senza che vi sia aria di intesa tra le parti.

L’agenzia di stampa cinese Xinhua riporta i sentimenti dell’esecutivo di Pechino, per cui gli USA sarebbero irresponsabili a non trovare un accordo, perchè le liti tra Democratici e Repubblicani rischiano di trascinare nell’abisso stati terzi, per problemi di leadership americana. Pechino parla apertamente di un rischio recessione peggiore di quella del 2008.

La ragione di tanto allarme della Cina sta nel fatto che essa detiene circa 1160 miliardi di dollari in titoli di stato americani, che rischiano ora di deprezzarsi, se il deafult dovesse divenire realtà.

Tuttavia, crescono le voci su un possibile uso dei poteri presidenziali, al fine di innalzare il tetto del debito, senza l’autorizzazione del Congresso. Alcuni deputati del Partito Democratico hanno espressamente richiesto a Obama di utilizzare i poteri previsti dal XIV emendamento della Costituzione americana, secondo cui “la validità del debito pubblico non può essere messa in dubbio”. In sostanza, i Democrats sostengono che tale emendamento consenta al presidente Obama di intervenire, per evitare un default, il quale sarebbe una violazione dell’emendamento stesso.

La Casa Bianca ha fino ad ora sempre respinto questa interpretazione, sostenendo che si debba fare carico il Congresso di innalzare il debito. Ma a mali estremi, è molto probabile che Obama sia costretto a utilizzare questi inediti poteri presidenziali, dovendosi assumere per intero la responsabilità del nuovo debito. In fondo, è ciò che vogliono anche i Repubblicani: mettere Obama dinnanzi alle sue irresponsabilità.

 

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