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Berlusconi contro Bossi su ministeri al Nord

Published by
Giuseppe Timpone

La partita sui famosi ministeri al Nord, che nei fatti sarebbero solo uffici con tre scrivanie, per dare un contentino a Calderoli, si sta trasformando in un pasticcio istituzionale, di cui il premier si è reso conto dopo avere ricevuto una lettera da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che gli esprimeva tutta la sua preoccupazione per uno spostamento di sedi istituzionali dalla Capitale, che sarebbe di dubbia conformità alla Costituzione. Berlusconi, dopo un lungo silenzio su una faccenda dai contorni imbarazzanti, ha deciso di uscire allo scoperto, spiazzando quanti si sarebbero attesi una difesa d’ufficio di un’iniziativa di alcuni ministri del suo governo. Il premier ha sostenuto di concordare con il Capo dello Stato sui dubbi per lo spostamento di sedi istituzionali in una città diversa dalla Capitale. Una presa di posizione, quella di Berlusconi, che sottolinea le distanze tra il premier e la Lega, soprattutto dopo il caso Papa, con il Carroccio determinante per mandare in carcere il deputato PDL. I rapporti tra PDL e Lega sono molto tesi, ma lo sono ancor di più quelli tra la Lega e il premier.

Non è un mistero che quest’ultimo non nutra alcuna simpatia più per il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il quale si sta mettendo di traverso su ogni decisioni della maggioranza, come ha dimostrato alla Camera con il voto sull’arresto di Papa.

Di certo non giova a smorzare i toni della questione la battuta di Bossi riguardo alle perplessità di Napolitano, per cui gli uffici sono e restano a Monza. Anche un altro big del Carroccio, il governatore veneto Luca Zaia si è espresso in favore del mantenimento degli uffici a Monza, in quanto si dice favorevole a ciò che va nella direzione di un maggiore decentramento. Ora, tutti sappiamo che di questi tre uffici dalla nulla utilità alla Lega importa realmente niente, ma cerca di tenere il punto il più possibile al fine di aumentare il suo prezzo all’interno della maggioranza, barattando toni più morbidi con misure che vadano nella direzione di accrescere il suo consenso.

Ormai il PDL ha ben chiaro che da qui al 2013 possano e debbano essere ricercate soluzioni alternative di alleanza. Per questo, per quanto ancora in altissimo mare, c’è la ricerca di un dialogo con l’UDC, prendendo spunto dalla preparazione dei lavori per il Congresso PPE a Marsiglia a fine anno. E PDL e UDC ne sono entrambi membri.

 

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Giuseppe Timpone