La “toga azzurra” Nitto Palma ministro della giustizia

Alla fine spunta la “toga azzurra”: sarà Nitto Francesco Palma il sostituto di Angelino Alfano al ministero della Giustizia. Il nome di Nitto Palma, magistrato, ha avuto la meglio su quelli di Brunetta e Frattini che avevano ricevuto il no di Napolitano e anche su Anna Maria Bernini a cui è andato il dicastero delle Politiche comunitarie.

Romano, sessantuno anni, Palma entra in politica nel 2001 nelle fila di Forza Italia mentre all’inizio di questa legislatura è nominato sottosegretario all’Interno. Amico di Previti, passa agli onori della cronaca nel 2003 per aver proposto un emendamento che puntava al blocco di tutte le indagini e i processi sui parlamentari per la durata del loro mandato: Udc e An impediscono l’approvazione e lui nel 2005 si rifà sotto, questa volta con successo, presentando la cosiddetta “salva Previti”. Prima di entrare in politica aveva speso la sua vita in Procura prima a Vicenza come giudice istruttore, poi dal 1979 al 1993 come sostituto procuratore a Roma occupandosi di casi importanti come il processo Moro, il maxiprocesso alle Brigate Rosse, l’arresto di Frank Coppola e ancora Ustica e la tragedia di Vermicino.

Il neo guardasigilli giurerà oggi al Quirinale ma ha già commentato la sua nomina in alcune interviste rilasciate ad alcuni quotidiani chiedendo la fine dello scontro tra politica e magistratura e parlando del lavoro del suo predecessore Angelino Alfano come di un operato “di indiscusso livello”. Nitto Palma punta a varare riforme che “rispondano al principio costituzionale del giusto processo e che puntino a velocizzare i processi nel rispetto di tutte le parti” e a chi gli chiede un parere sulla norma allunga processi risponde: “Ne discuteremo in Senato ma ricordo che negli anni settanta furono modificati i termini di custodia cautelare sull’emozione del caso Valpreda e poco dopo furono nuovamente rivisti in occasione dell’omicidio dei fratelli Menegazzo a Roma”.

Dall’opposizione arrivano gli auguri del Partito Democratico, con Andrea Orlando che chiede al neo ministro di “fermare l’ennesima legge ad personam in discussione in queste ore al Senato”, e la stoccata di Donati dell’Italia dei Valori secondo cui “il centrodestra continua a percorrere la solita strada: la nomina di Nitto Palma è in assoluta coerenza con chi lo ha preceduto”.

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