Il governo ha fretta di approvare il processo lungo, domani il voto

Il governo ha posto al Senato la questione della fiducia sul cosiddetto “processo lungo”, provvedimento che permette di allungare i testi di difesa. La votazione si terrà domani mattina alle ore 10 in Senato, lo ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito. Le reazioni al provvedimento proposto dal governo sono state molteplici, prima fra tutte quella dell’Associazione Nazionale dei Magistrati: “Processo lungo significa non arrivare mai a sentenza, questo provvedimento è dettato dall’esigenza di risolvere situazioni particolari e non porta ad alcun miglioramento dell’efficienza del processo”.

Anna Finocchiaro, rappresentante del Pd al Senato, ha accusato la maggioranza e Berlusconi: “Assolutamente ingiustificata, non si spiega se non con la necessità di salvare il presidente del Consiglio da uno dei suoi tanti processi. È una cosa inaccettabile. E tutto questo avviene nel silenzio più totale e nel totale asservimento della Lega ai bisogni del presidente del Consiglio”. Anna Finocchiaro parla di una “maggioranza di irresponsabili”, “in una situazione del Paese gravissima, testimoniata anche oggi dalle notizie sulla Borsa in cui servirebbe un clima politico positivo e costruttivo”.

Per Rosy Bindi si tratta di “un’altra fiducia per approvare l’ennesima norma ad personam” da parte di “un governo sfiduciato dagli italiani, bocciato dalle parti sociali e dai mercati, incapace di affrontare le vere emergenze dell’Italia”. “E mentre i giornali del premier – continua la Bindi – si scatenano contro la casta, si umilia il Parlamento,  si aggirano la Costituzione e i richiami del presidente della Repubblica a un corretto rapporto tra le istituzioni”. A parlare non sono solo esponenti del centro-sinistra, infatti il processo lungo è stato anche criticato da Casini: “Noi chiediamo al governo di occuparsi non dei processi lunghi o brevi, ma di impegnarsi per dare ossigeno vero all’economia italiana con un provvedimento per la crescita”. Anche Francesco Rutelli ha criticato il ddl che il governo cerca di far approvare, parlando anche lui di legge “ad personam” e criticando il modus operandi del governo: “Nessuno dalla maggioranza si alza per dire ‘torniamo alle priorità’, parliamo della crisi, dello spread tornato a livelli altissimi, delle riforme necessarie al Paese?”.

Non si è fatta attendere la critica di Antonio Di Pietro, leader dell’Idv: “Queste norme permettono a Berlusconi di aggiustare i suoi processi e impediscono alla giustizia italiana di funzionare”.

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