Luc Montagnier torna alla ribalta con il caso della “memoria dell’acqua” e fa traballare le leggi della “scienza ufficiale“. L’acqua non è solo un liquido trasparente ma anche una risorsa fondamentale per la vita. Secondo i recenti studi di Montagnier, l’acqua è in grado di registrare le onde a bassa frequenza del Dna e di memorizzarle, riuscendo ad amplificarle ed a riprodurle.
Ebbene si, l’acqua sarebbe capace di ricreare qualsiasi molecola biologica sciolta al suo interno. Questa scoperta era già stata pubblicata sul Journal of Physics, grazie ad un’equipe di scienziati italo-francesi, che avevano dimostrato le potenzialità del liquido di emettere e trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza. Le fibre dell’acqua riescono a mantenere la memoria delle caratteristiche del Dna stesso.
Il premio Nobel per la Medicina, Luc Montagnier, insieme ai ricercatori italiani e francesi, riapre il caso che potrebbe avere dei risconti davvero incredibili, ma che non si sposa bene con le leggi della scienza classica. Con la “memoria dell’acqua” si potranno creare sistemi diagnostici mai progettati, che si baseranno sulle proprietà informative dell’acqua biologica, presente nel corpo umano. Ogni uomo è composto dall’80% di liquido ed il cervello naviga ed è sostenuto da liquido.
L’acqua è la sostanza più essenziale per la vita. Malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, artrite reumatoide, Aids, epatite C sono capaci di informare l’acqua del nostro corpo, della loro presenza. Le malattie sono in grado di trasferire informazioni grazie all’emissione di particolari segnali elettromagnetici che possono essere conosciuti e decifrati. Luc Montagnier ha spiegato come si può intervenire sulla memorizzazione dell’acqua, sfruttando le capacità delle onde elettromagnetiche. In questo modo potranno essere create nuove cure, diminuendo tossicità ed effetti collaterali.
Saranno queste le doti nascoste dell’omeopatia?