Giornata no sui mercati borsistici, ma come ampiamente previsto dagli stessi operatori già nel fine settimana. Tutte le borse europee chiudono in calo e lo stesso fa Wall Street. Non c’è stato alcun crollo, ma ribassi pesanti sì. Hanno pesato negativamente il mancato accordo tra la Casa Bianca e il Congresso USA, per evitare il default, che a questo punto si avvicina a rapidi passi, e il declassamento subito ancora una volta dalla Grecia, dopo il varo del piano di salvataggio europeo, che prevede un default selettivo.
I due fattori congiunti hanno depresso l’umore degli investitori, i quali hanno preferito vendere. In chiusura, Piazza Affari perdeva il 2,47%, in base all’indice Ftse Mib, confermandosi maglia nera in Europa. Negativo anche l’andamento dello spread, ossia il differenziale di rendimento tra i titoli decennali di stato italiani e quelli tedeschi. A fine seduta, tale differenziale era giunto a 284 punti base, dopo che lo scorso venerdì si era portato in zona 227 bp.
Anche quest’ultimo dato conferma che gli operatori siano timorosi di un rischio contagio, se titoli ritenuti sicuri come i Treasuries dovessero diventare carta straccia.
In pesante ribasso i titoli bancari, con Banco Popolare che chiude a -8,1% e Intesa Sanpaolo a -8,3%. Non meglio per MPS, con cali del 7,6% e Unicredit, a -7,1%.
In controtendenza Fiat Industrial, che archivia la giornata a +5,4%, sulla scorta dei dati positivi degli utili del secondo trimestre, in crescita del 10,6% su base annua.
In apertura di seduta, invece, quest’oggi, gli indici europei sono positivi, compresi quelli di Piazza Affari, che prova così a recuperare le perdite di ieri.