Asta Spagna conferma timori dei mercati

Oggi, non solo l’Italia ha collocato i suoi titoli di stato sul mercato primario, ma per una coincidenza anche la Spagna, ossia il Paese più sotto controllo, dopo quelli già sovvenzionati con aiuti europei, che insieme all’Italia ha destato più di una preoccupazione, in queste ultime due settimane, a causa della bufera speculativa, che si è abbattuta sui loro mercati.

In particolare, Madrid ha emesso titoli trimestrali, per un valore di 750 milioni di euro e 2,14 miliardi di euro in titoli a sei mesi. Come anche per l’Italia, ma in forma più accentuata, l’esito delle due aste è stato negativo, riguardo ai rendimenti, sebbene vi sia stata una copertura totale degli importi offerti.

I trimestrali hanno esitato un rendimento medio ponderato dell’1,899%, in rialzo dal precedente 1,568% dell’ultima asta, mentre è risultato in netto calo il bid-to-cover, che passa dal precedente 9,5 all’attuale 6,3.

Analoga la situazione sul segmento a sei mesi. Qui, il rendimento è schizzato al 2,519%, in rialzo di circa 45 centesimi, rispetto all’1,776% dell’asta precedente. 

Per riassumere, la Spagna ha collocato i suoi titoli a rendimenti molto più alti delle precedenti aste, malgrado la domanda sia risultata sufficiente. Gli investitori sono preoccupati della capacità della Spagna di centrare gli obiettivi di crescita e di risanamento per il 2011, in quanto in un anno pre-elettorale e con un governo socialista debole, difficilmente il rapporto tra deficit e pil quest’anno scenderà sotto il 6%. Resta difficile anche l’obiettivo di una crescita dell’1,3%.

Allargando la visione a quanto accaduto oggi sui mercati, Italia e Spagna, con i loro bond emessi, confermano che il rischio di contagio della crisi viene ancora avvertito integralmente dagli investitori, i quali non si fidano del piano di salvataggio della Grecia.

 

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