Asta BoT e CTz, impennata di rendimenti

Oggi, il Tesoro italiano ha collocato 9 miliardi di titoli del debito complessivamente, tra cui 7,5 miliardi di BoT a sei mesi e 1,5 miliardi di CTz con scadenza aprile 2013. L’asta è andata bene, in termini di copertura, dato che a fronte di 9 miliardi collocati, la domanda è stata pari a 14,2 miliardi circa. Tuttavia, malgrado un buon bid-to-cover, pur in leggero calo, i rendimenti hanno subito un’impennata vistosa e questo non può essere considerato un buon segnale per il mercato.

I BoT sono stati collocati a un tasso medio ponderato del 2,269%, in rialzo di una ventina di centesimi dall’asta precedente di giugno, mentre i CTz sono esplosi a tassi del 4,038%, in crescita di circa 80 centesimi dalla precedente asta, che aveva esitato rendimenti al 3,219%.

Malgrado oggi la Spagna abbia collocato i suoi bond semestrali a rendimenti superiori ai nostri di circa un quarto di punto, gli analisti guardano con preoccupazione al segmento di medio termine, con i CTz che hanno subito un accrescimento molto ampio dei tassi.

In particolare, va registrata positivamente la domanda sostenuta sui semestrali, pari a ben 11,7 miliardi di euro, che conferma il ritorno sul mercato italiano della clientela retail, evidentemente attratta da rendimenti appetibili e dal basso rischio.

In ogni caso, l’asta italiana è stata avvertita non negativamente dagli operatori, se è vero che in mattinata i nostri decennali avevano ampliato il differenziale sui tedeschi fino a raggiungere nuovamente i 300 bp. Ma dopo la conferma dell’esito dell’asta, lo spread si è portato in zona 291 bp, segno che ciò che più temono gli investitori non è il livello dei tassi per Italia e Spagna, quanto la copertura integrale della domanda del fabbisogno statale.

 

 

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