E’ già partita l’era Alfano, alla guida del Popolo della Libertà da un mese ma che proprio in questi giorni, forse gli ultimi da ministro della giustizia, sta iniziando il suo lavoro, secondo quanto indicato al discorso inaugurale all’Auditorium di Roma, dove avvenne a fine giugno la sua incoronazione a segretario politico: costruire la casa comune dei moderati che veda insieme, nella stessa formazione, tutti i partiti italiani che al Parlamento di Strasburgo si ritrovano a stare nel Partito Popolare Europeo. Per essere chiari, si tratta di unire al PDL forze come l’UDC di Casini e il Fli di Fini. Operazione ambiziosa e non priva di ostacoli, il primo dei quali ha un nome ben definito: antiberlusconismo.
Le ragioni per cui Casini e Fini non vogliono entrare in un’unica casa comune con il PDL è la loro contrarietà al premier Berlusconi, la cui personalità trovano piuttosto incompatibile con il loro modo di fare politica, nonchè con le loro aspirazioni personali.
Nel caso di Fini, poi, si tratta di un astio difficilmente reparabile, per cui l’invito di Alfano sarà destinato a cadere nel vuoto, fin tanto che non si abbia la ragionevole certezza che non sarà Berlusconi il candidato premier del centro-destra nel 2013. Ma Alfano mette subito le cose in chiaro: l’anti-berlusconismo non è accettabile. Si è disposti a trattare su tutto, tranne che sulle pregiudiziali contro la persona del premier. Ma malgrado le difficoltà, il cantiere per la costruzione di una casa comune è di fatto partita, sebbene in modo timido e in sordina. Obiettivo ambizioso: preparare un documento comune in Italia da presentare al ventesimo congresso del PPE a Marsiglia che si terrà a fine anno.
E motore di questo tentativo di unificazione non può che essere il PDL, il principale partito di riferimento dei Popolari in Italia. E se Andrea Ronchi, fresco di uscita da Fli, è stato nominato da Alfano responsabile organizzativo per la creazione di questo percorso comune, un altro ex finiano, Adolfo Urso, ha ricevuto un incarico non meno importante, ossia quello di creare un documento comune per tutte e sei le fondazioni riconosciute dal PPE.
I lavori sono iniziati. Adesso spetta a Casini soprattutto lanciare un segnale distensivo, che pare ci sia già verso la persona di Alfano. E persino da parte di uno come Italo Bocchino, tra i più agguerriti avversari del PDL.