Si mostra in pubblico e racconta la sua verità: Nafissatou Diallo, la cameriera che ha accusato di violenza sessuale l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, in due interviste alla stampa americana racconta la sua versione dei fatti. Dopo due mesi dalla presunta aggressione Diallo parla in pubblico dell’esperienza vissuta; alla rete televisiva Abc e alla rivista Newsweek la donna entra nei particolari di quanto accaduto il 14 maggio nella stanza 2806 dell’hotel Sofitel; racconta di essere entrata nella suite pensando fosse vuota e quando si è trovata davanti Strauss-Kahn nudo ha provato ad andare via, ma lui si è avvicinato “come un pazzo”. “Ho provato a spaventarlo -racconta – dicendo che sarebbe passato il mio supervisore ma lui niente, mi diceva che nessuno poteva sentire”.
La Diallo racconta la violenza e poi la fuga: “Sono corsa via nei corridoi, ero spaventata non volevo perdere il lavoro”. La donna svela di non aver capito chi fosse l’uomo: “Non l’ho riconosciuto, ho saputo chi fosse solo il giorno dopo guardando la televisione. Hanno detto che era il futuro presidente della Francia e io ho pensato: adesso mi uccidono”.
La cameriera smentisce di aver ritrattato le accuse e dice di essere stata costretta a rilasciare le interviste per rispondere alle accuse che le venivano mosse: “Non ho mai cambiato versione, ho detto quello che Strauss-Kahn mi ha fatto. Giuro su Dio, ho detto solo la verità, lo sa anche lui. Per colpa sua vengo trattata come una prostituta; voglio giustizia, voglio che vada in prigione. Deve sapere che non può usare i suoi soldi e il suo potere ovunque”. Il racconto della donna arriva ad una settimana dalla prossima udienza del processo, fissata per lunedì 1 agosto; un’udienza nel corso della quale gli avvocati del politico francese speravano potesse arrivare il ritiro delle accuse.
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Proprio i legali di Dsk hanno commentato con nettezza alle interviste rilasciate da Diallo parlando di “circo indecoroso” e di “tentativo di infiammare l’opinione pubblica”, mentre i legali della donna replicano accusando la difesa di Strauss-Kahn di aver messo in piedi una “campagna diffamatoria senza precedenti contro la vittima di un’aggressione sessuale”.