Si è chiusa qui la storia di Alberto Tedesco quale parlamentare del Partito Democratico. Dopo essere stato salvato al Senato dalla richiesta di autorizzazione all’arresto, grazie ai voti della maggioranza e di alcuni esponenti del suo stesso partito, Tedesco è stato oggetto di molti inviti a lasciare, soprattutto per l’imbarazzo del PD, dopo che alla Camera Alfonso Papa era stato spedito in galera pochi minuti prima del voto sul senatore. Ma Tedesco non ci sta a passare per colpevole prima ancora di essere stato giudicato da un tribunale e annuncia di avere scritto una lettera di dimissioni da senatore del PD, ma restando al Senato.
Nei giorni scorsi era stata furente la lite mediatica con Rosy Bindi, presidente del partito, che ne aveva sollecitato le dimissioni, affermando di non volere problemi nel PD con questo ex socialista. Tedesco accusa la Bindi di essere priva di cultura garantista, dato che per lei essere socialisti significa sinonimo di colpevole e rilancia: “Perchè non chiedono le dimissioni di Penati? Forse, perchè a un ex comunista è concessa l’innocenza fino a prova contraria“.
Parole di un uomo amareggiato, quelle di Tedesco, il quale se la prende con i vertici del suo ormai ex partito, che avrebbero smarrito una cultura garantista, tipica della sinistra. Ce l’ha con Veltroni, che aveva chiesto un suo passo indietro e lo accusa di avere trascinato il PD in una deriva dipietrista. Ma ce l’ha anche con persone come Enrico Letta, che ha portato, dice, in Parlamento persone come Boccia, che alla prova dei fatti non sono nemmeno in grado di fare eleggere un consigliere comunale nel loro comune di provenienza. Insomma, Tedesco non molla, ma va via e sbatte la porta. Sostiene di essere stato cacciato dal partito peggio di come si fa con una colf. Tutti hanno chiesto le sue dimissioni, ma senza che nessuno gliele abbia sollecitate di persona o per telefono. Tutto è avvenuto solo a mezzo stampa.
E così la storia che sta tanto imbarazzando il Partito Democratico sarebbe giunta a un suo epilogo, pur restando in piedi l’imbarazzo e la bufera che si è abbattuta sul partito, con il caso Penati e della Lombardia in pieno svolgimento, con sfornate di atti e di accuse sempre più velenose.