Un cocktail di alcol e farmaci ha messo fine alla vita di eccessi di Amy Winehouse: una vita con tante cadute e pochi riusciti tentativi di rialzarsi. Una vita che si spegne a soli 27 anni, numero che rimanda ad una triste tradizione nel mondo della musica: a quella età ha smesso di cantare Jim Morrison, stroncato da un arresto cardiaco che non ha impedito di far arrivare a noi versi e note che fanno parte della storia della musica; anche la vita di Jim Hendrix si è spenta dopo aver soffiato su 27 candeline, portandosi via il più grande chitarrista di tutti i tempi; e poi Janis Joplin e Kurt Cobain: tutti colpiti dalla maledizione dei 27 anni.
Maledizione che ieri ha portato via anche Amy Winehouse travolta dalla sua dipendenza dall’alcol contro cui ha provato a lottare ma dalla quale non è mai uscita. Il vizio che l’ha portata alla morte ha accompagnato la sua carriera: arrivata al successo a 23 anni con l’album “Back to Black” che la fa conoscere al mondo intero come la nuova Aretha Franklin, con la sua voce “nera” che conquista fan in tutte le parti del mondo.
Siamo nel 2006 e la carriera di Amy spicca il volo: due anni più tardi nel 2008 vince 5 Grammy Award, 3 con Rehab la canzone culto del suo album. Un successo planetario, testimoniato dal concerto tenuto a giugno 2009 all’Hyde Park per festeggiare i 90 anni di Nelson Mandela: 46mila persone in delirio per lei.
Di lì ad un mese i problemi con l’alcol hanno il sopravvento e Amy scompare dalle scene per un pò: a ottobre 2010 annuncia il suo ritorno sul palco per una tournèe che però non riuscirà a portare a termine.
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L’ultima esibizione è stata a Belgrado il 18 giugno scorso davanti a 20mila fan desiderosi di applaudire la loro beniamina, che si è presentata sul palco troppo ubriaca per cantare ed è stata costretta a lasciare la scena per due volte tra i fischi. Un’esibizione che ha spinto alla cancellazione dell’intero tour con una nota in cui si diceva che “tutte le persone che le sono vicine faranno il possibile perchè torni al suo meglio e le sarà dato il tempo necessario perché ciò avvenga”. Tempo però che non c’è stato perché Amy è stata portata via dalla maledizione dei 27 anni e da un vizio da cui non si è riuscita a liberare.