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Scontro nel PD, Tedesco attacca la Bindi: “Mi fa orrore”

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Giuseppe Timpone

Continua a fare discutere il mancato arresto di Alberto Tedesco, senatore del Partito Democratico, la cui richiesta di autorizzazione della Procura di Bari è stata bocciata al Senato, pare anche con una quindicina di voti da parte dello stesso PD, che ufficialmente si era espresso per posizioni manettare. Dentro al partito, l’imbarazzo è palpabile. In un solo colpo, la maggioranza ha perso un deputato, arrestato con voto alla Camera, mentre il “loro” parlamentare è stato salvato. Così il PD ha armi spuntate nella sua lotta contro la politica corrotta e nel bla-bla mediatico anti-casta. Dopo il salvataggio a sorpresa di Tedesco, il segretario del PD, Pierluigi Bersani, lo aveva invitato chiaramente a dimettersi per lanciare un segnale al Paese. Tedesco ha respinto l’invito, dichiarando che non ritiene opportuno tale gesto, perchè alla luce del voto al Senato, lo riterrebbe come un’ammissione della giustezza della richiesta della Procura.

I toni dentro al partito, che nel frattempo è travolto dal caso Penati, con accuse di finanziamenti illeciti agli ex DS, si sono surriscaldati, sfociando in uno scontro senza quartiere tra lo stesso Tedesco e il presidente del PD, Rosy Bindi. Quest’ultima lo aveva sollecitato a lasciare la sua carica di senatore. Tedesco ha risposto per le rime alla Bindi, affermando che “è da venti anni che questa persona chiede di fare arrestare tutti, con un livore che è indegno di una persona civile. Mi fa orrore”.

Parole forti, che rappresentano anche il clima abbastanza teso tra i Democratici, consapevoli di avere cavalcato una tigre che adesso punta dritta verso di loro. Tedesco rincara la dose e chiede che la Bindi faccia dimettere il suo parlamentare, imposto nelle liste del PD, che vanta il record negativo di assenze alla Camera.

In difesa della Bindi si è espresso Enrico Letta, che ha invitato il senatore Tedesco a non attaccare il presidente del partito. In realtà il PD è vittima delle sue stesse furbate, perchè i ben informati e che hanno dimestichezza con i numeri confermano quello che era già evidente subito dopo la proclamazione della votazione: circa una quindicina di senatori del PD avrebbe salvato Tedesco, contravvenendo alle dichiarazioni formali di voto. Ipocrisia, denominatore comune nel PD.

 

 

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Giuseppe Timpone