Questi non hanno capito nulla. Potremmo riassumere così il comportamento di numerosi esponenti del Popolo della Libertà, che sembrano volersi estraniare a tutti i costi dalla realtà politica e mediatica di questo nostro Paese. I privilegi della casta non sono un ritornello che si solleva dalla gente per la prima volta. Già in occasione della pubblicazione del libro “La casta” di Stella e Rizzo, nel 2006, era esploso il dibattito intorno ai tanti sprechi della politica, inizialmente in modo forse un pò inconcludente, ma pian piano si era affermata nella coscienza popolare la consapevolezza che molti apparati a cui siamo abituati alla convivenza da decenni, come le province, altro non sono che scuole di clientelismo e fonti di sperperi pubblici, senza alcun’altra rilevanza istituzionale. Con la caduta del governo Prodi e il ritorno di Berlusconi al governo, questo tipo di campagna era stato un pò congelato, perchè l’opinione pubblica restava in attesa di fatti e di riforme che avrebbero portato l’Italia ad essere uno stato un pò più simile agli altri. Sono passati tre anni e sul fronte degli sprechi e dei privilegi della casta politica, nulla è stato fatto. La questione è ri-esplosa in queste settimane, quando un’irresponsabile classe dirigente trasversale a tutti i partiti ha affievolito di molto i tagli che il governo aveva annunciato con il varo della manovra finanziaria.
Per l’ennesima volta molti dei tagli sono stati rinviati, mentre misure come la reintroduzione del ticket sanitario, giuste o sbagliate che siano, hanno avuto un effetto immediato. Per la casta, chi ricorre al pronto soccorso può fare un sacrificio sin da subito, mentre i loro stipendi e i loro sperperi dovranno, se mai, essere limati molto gradualmente e a partire dalle caldende greche. Inaccettabile, frutto di una visione da ancien régime.
“Libero”, che già sotto la direzione di Feltri aveva intrapreso due anni fa una campagna per abolire le province, ha giustamente dato sfogo alla rabbia della base elettorale del centro-destra, riaprendo un’inchiesta sullo scandalo degli sprechi e delle spese folli della casta.
Per questa sua campagna anti-casta, il direttore Belpietro ha affermato di avere ricevuto chiamate da parte di qualche esponente del PDL che lo invitava a smettere, perchè sbagliato e populista. Addirittura si racconta di un giornalista di “Libero” che, entrato in un’aula in cui si stava svolgendo una riunione del PDL, sarebbe stato insultato da alcuni suoi esponenti con epiteti poco rispettosi. Ma forse, gli insulti della casta dovrebbero solo fargli onore!