Il Dna rischia una rottura? Lo svelano i "Sismografi molecolari"

Il Dna, la molecola più importante del nostro organismo, la piccola particella che ci permette di essere identificati in maniera univoca, è molto spesso a rischio di danni e rotture che possono causare morte cellulare e tumori. All’interno delle nostre cellule sono presenti i cosiddetti “sismografi molecolari“, organismi in grado di rivelare stress meccanici a cui sono sottoposte le molecole di Dna. I sismografi entrano in funzione quando le vibrazioni all’interno di una cellula sono così forti da rischiare di provocare una rottura del Dna.

Se il Dna subisce danni oppure si rompe, si blocca il corredo di informazioni che permette alle cellule di inviare e ricevere stimoli. La cellula cerca di far fronte alla situazione di disagio, ma non sempre i danni riescono ad essere riparati al meglio. Se i danni non vengono riparati, ecco che sopraggiungono malattie, tumori, morte. La scoperta dei sismografi molecolari è un traguardo dei ricercatori dell’Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare) e dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con centri scientifici giapponesi, spagnoli e statunitensi.

Uno studio scientifico che raggruppa scienziati di tutto il mondo e che rende nota la presenza di “attrezzature” di cui la cellula si serve per fronteggiare un danno al Dna. I guardiani del Dna sono davvero tanti e, oltre a proteggerlo, essi lo rendono più plastico, al fine di evitare pericolose e fatali rotture. I sismografi molecolari entrano in azione quando le vibrazioni all’interno della cellula diventano pericolose per l‘integrità del Dna.

Essi rendono la molecola della vita più flessibile e plastica ed evitano danni che potrebbero causare gravi patologie genetiche. Questa nuova scoperta è senza dubbio una buona cosa per la cura di tumori; infatti,  nelle cellule malate, i sismografi molecolari funzionano male ed il Dna risulta più rigido e più predisposto alla rottura. In questo modo, il Dna tende a rompersi più facilmente ed il tumore crea nuove anomalie genetiche che lo rendono più aggressivo e mortale. Questo meccanismo di protezione potrebbe essere utilizzato per eliminare le cellule tumorali, con un meccanismo che funzioni aumentando la fragilità del Dna delle cellule malate, fino a portarle alla distruzione.

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