Alfano faccia presto, accordo con UDC e rapporto equo con Lega

Gli accadimenti di questi ultimi giorni hanno posto la maggioranza dinnanzi a una situazione che rischia di evolversi in modo più veloce delle attese e in forma più negativa. La Lega Nord si starebbe riposizionando nel campo politico, anche in conseguenza di un moto di riassestamento interno al partito, con un Bossi ormai ostaggio della corrente maroniana, che da ora in avanti non avrà altra funzione se non quella di un notaio costretto a registrare la sua impotenza. Il voto su Papa è stata l’umiliazione più forte per il Senatùr, che ha preso atto di essere stato mollato da gran parte dei suoi uomini. Fa bene Bossi a non farsi vedere dalle parti del premier, perchè il sentimento nei suoi confronti è un misto tra rabbia e la presa d’atto della sua morte politica. Ma Bossi ufficialmente rimarrà leader del Carroccio fino a quando lo vorrà, o meglio fino a quando sarà conveniente tenerlo.

Nel frattempo, la cosa da non fare per il Popolo della Libertà è di seguire una delle due leadership, facendo il gioco della Lega, che delle divisioni interne vorrebbe farne un punto di forza, per accrescere il corteggiamento altrui nei suoi confronti e per giocare al rialzo. Non è questa la strada che il PDL dovrà seguire, tutt’altro. Il neo-segretario Alfano dovrebbe prendere atto che ben difficilmente sarebbe proponibile un’alleanza con i leghisti nel 2013. Certo, non potrà annunciarlo come fece Veltroni con la sinistra radicale nel gennaio del 2008, perchè sarebbe il preludio alla fine del governo. Ma deve sin da subito ricercare accordi mirati e non ampi con l’UDC di Casini.

Il modo in cui Casini si è aggiunto alla banda dei manettari per Alfonso Papa, certamente non aiuta e nel premier ha fatto nascere sentimenti di astio verso Pierferdinando, ma non è su un singolo caso che si costruisce la politica dei prossimi anni. Alfano dovrebbe mettere giù in estate una bozza di 4-5 punti qualificanti, da attuare da qui alla fine della legislatura, che consenta una convergenza con l’UDC e che riguardino l’economia, le riforme, la famiglia.

La Lega e i suoi capricci andranno tenuti in considerazione per quel poco che basta a tenerli nel governo, ma niente di più. Un centro-destra formato da PDL, UDC, La Destra e chi altro compatibile ci possa stare avrebbe tutte le carte per vincere le elezioni del 2013. La Lega da sola potrà solo inasprire i toni e tornare al becero degli anni Novanta, partito di urla inconcludenti. E’ stato superato il limite e gli elettori non potranno che premiare il coraggio.

 

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