I milanesi, si sa, sono un popolo molto laborioso, rappresentano una realtà molto vitale e tipica di quel Nord produttivo che è il motore della ricchezza nazionale. Non è una pura coincidenza che Milano sia considerata la capitale economica dell’Italia e non è un caso che da questa città provengano molti uomini di governo e dell’economia. Quando, due mesi or sono, i cittadini di Milano furono chiamati a eleggere il nuovo sindaco, dovendo scegliere essenzialmente tra l’uscente Letizia Moratti, del centrodestra, e Giuliano Pisapia, uomo di sinistra, appoggiato anche dal PD, erano in pochi a poter credere che fosse possibile un ribaltone elettorale. E non solo e tanto per la persona di Pisapia, quanto per il riferimento culturale che egli rappresenta, ossia di quella sinistra anti-capitalista e antagonista, contraria agli interessi del ceto medio produttivo e della realtà dinamica di cui Milano è, invece, capitale indiscussa. Poi, ci fu l’esito al primo turno e i pronostici furono tutti per Pisapia, confermati dai dati reali.
Fece allora e continua a fare molta impressione anche oggi vedere Pisapia sindaco di Milano. Colpì non poco vedere sventolare le bandiere con falce e martello sotto la Madunnina, al Duomo. Già in quell’occasione, molti commentatori ostili al neo-sindaco profetizzarono che la luna di miele con la città si sarebbe dissolta presto, infrangendosi tra gli interessi di una realtà economica che la cultura politica di Pisapia ha sempre combattuto.
La giunta si è formata da pochissime settimane, ma già iniziano le prime avvisaglie di quella che sarà la politica della nuova amministrazione rossa. Se la poco amata Letizia Moratti aveva evitato di imporre l’addizionale Irpef sui suoi concittadini, adesso, invece, Pisapia sta per introdurla, nella percentuale dello 0,2% per chi ha un reddito sopra i 26 mila euro, ma si parla anche solo di 11 mila euro. Una manovra che vale 60 euro a famiglia.
Non è finita. Molte case, oggi accatastate come A3 e A4, saranno sottoposte a revisione al catasto e pagheranno l’Ici. Questa è una misura fortemente voluta dal PD, che rivuole la tassa sulla prima casa. Poi si parla di un rincaro del biglietto del bus del 50%, magari escludendo solo gli anziani: 1,50 euro per 90 minuti.
Insomma, una stangata in piena regola. E pensare che la Moratti aveva imposto su Milano la minore tassazione d’Italia, addirittura neanche facendo pagare l’addizionale Irpef e tenendo le tariffe di acqua e rifiuti tra le più basse in Italia. Ma Pisapia e il suo Tabacci al Bilancio hanno trovato un buco. Ogni volta che la sinistra prende piede in una qualche amministrazione pubblica trova sempre buchi, per rattoppare i quali, aumenta le tasse. Siete contenti ora, cari milanesi?