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E ora la questione morale è nel PD

Published by
Giuseppe Timpone

Il voto di ieri, senza volerlo, ha un effetto immediato e lo ha per primo analizzato proprio Paolo Mieli, intervistato al Tg3 subito dopo l’esito delle due votazioni di Camera e Senato sui casi Papa e Tedesco. Mieli, che è notoriamente un giornalista di centro-sinistra, ha affermato: “Vi immaginate cosa sarebbe successo se oggi fosse stato salvato Papa e magari non Tedesco? La reazione fuori dal palazzo sarebbe stata di indignazione”. L’esito del voto, aggiungeva Mieli, invece, metterebbe il governo al riparo da contestazioni. Insomma, adesso la questione morale sarebbe nel PD. E in effetti le esternazioni a ogni piè sospinto degli uomini della sinistra, stampa compresa, nell’indicare il PDL come fonte di tutti i mali della politica italiana, hanno le armi spuntate, a partire da ieri sera.

Sebbene non voluto, Papa è andato in carcere e ha passato la sua prima notte a Poggioreale. Tedesco è rimasto in Parlamento, dichiarando di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Sappiamo quanto la sinistra sia abilissima a utilizzare due pesi e due misure per tutto, per cui nessuna meraviglia se continuerà l’ipocrisia sulla questione morale altrui, ma l’opinione pubblica adesso avrà altri parametri di valutazione.

Cosa fare adesso? Sono due le mosse che Berlusconi potrebbe utilizzare per tentare di dare risposte a quanti, nell’opinione pubblica, chiedono pulizia. La prima consiste nel rivoltare il suo PDL come un calzino. Basta con uomini catapultati dall’alto, basta con un partito dall’organigramma deciso a tavolino. Si dia spazio a congressi, primarie, insomma, a un modo democratico di selezionare la classe dirigente, a partire da quella locale. Va in questa direzione la dichiarazione di Alfano che a novembre ci sarà l’election day per fare scegliere alla base i propri rappresentanti locali. Non basta. Da oggi il partito dovrà essere molto accorto quando compila le liste, non esitando a rifiutare l’ingresso di persone anche solo colpite dal sospetto di malaffare.

Secondo punto. Il centro-destra dovrà dimostrare all’opinione pubblica che la sinistra è colpita dalla questione morale come gli altri, se non di più. Non può valere la legge del “mal comune, mezzo gaudio”, anzi, il gaudio non c’è per niente, su questo argomento. Ma bisogna chiarire una volta per tutte che il PD è un partito fortemente coinvolto nella gestione dubbia di una miriade di amministrazioni locali, oltre che di livelli nazionali, in cui la legalità non è stato il punto centrale del loro agire. E da ieri, il voto al Senato ha reso meno credibili le anime pie.

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Giuseppe Timpone