Oggi la Camera dei Deputati sarà chiamata ad esprimersi sulla richiesta della Procura di Napoli di arrestare Alfonso Papa, deputato del Popolo della Libertà, che la scorsa settimana ha deciso di auto-sospendersi dal suo gruppo. Sempre la settimana passata, la Giunta per le Autorizzazioni a procedere, presieduta dal PD Pierluigi Castagnetti ha votato in favore della richiesta della Procura, con due sole astensioni della Lega, mentre il PDL aveva disertato la votazione, in segno di protesta contro una presunta violazione al regolamento da parte di Castagnetti. Ad ogni modo il voto di oggi è particolarmente sentito in quanto la Lega sarà determinante in un senso o nell’altro. Il Carroccio, per la prima volta da quando è alleata con il PDL, è orientato a votare in favore dell’arresto di un membro della maggioranza. Tuttavia Bossi avrebbe mediato tra Berlusconi e le ragioni della politica da un lato e quelle dei suoi uomini dall’altro.
In sole 24 ore, il Senatùr si è espresso in modo diametralmente opposto, andando da un no convinto alla Procura a un sì con dubbio all’arresto. Tutto questo nel solo weekend. Ieri, dopo avere incontrato i suoi, Maroni in testa, il leader della Lega avrebbe trovato la quadra. E così, il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, oggetto di una richiesta di dimissioni dall’incarico da parte di Maroni, ha ieri confermato le indiscrezioni che circolavano già da giorni: i deputati della Lega avranno un’indicazione sua personale a votare in favore dell’arresto a Papa, ma al contempo sarà loro concessa libertà di voto.
La soluzione potrebbe rappresentare una vera e propria conta tra i sostenitori di Bossi e quelli di Maroni. I primi sarebbero orientati al no e i secondi al sì. Più che del caso Papa, si tratta di censire il tasso di consenso di cui ancora Bossi gode tra i suoi parlamentari.
Il PDL confermerebbe il suo no all’arresto, unico gruppo della Camera. Se Alfonso Papa si fosse dimesso autonomamente da deputato, avrebbe evitato alla sua maggioranza, specie al partito a cui appartiene, quell’imbarazzo che oggi è palpabile, mostrando forse così scarso senso di appartenenza. Del resto, le sue chance di farcela non sono molte, soprattutto se non vi sarà il voto segreto.