Scandalo intercettazioni, Rebekah Brooks si dimette

Si è dimessa da amministratore delegato della News International Rebekah Brooks, travolta dallo scandalo delle intercettazioni illegali di News of The World, essendone stata direttrice proprio negli anni delle illegalità commesse. Al suo posto andrà l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, come lo stesso figlio del magnate australiano, James Murdoch, ha confermato, sostenendo che si tratti della persona migliore per traghettare la News International verso un futuro più luminoso. E sempre ieri, l’amministratore delegato di News Corp, Rupert Murdoch, ha fatto diffondere una lettera di scuse, tramite il News International, che sarà pubblicata successivamente su tutti i quotidiani a tiratura nazionale in Gran Bretagna. Nella lettera, il magnate di 80 anni chiede scusa per le sofferenza fatte patire alle vittime delle intercettazioni illegali. E con l’uscita di scena della rossa Brooks, si chiude un capitolo funesto dell’ultra-quarantennale avventura editoriale di Murdoch, alle prese per la prima volta nella sua carriera con difficoltà evidenti ad espandere il suo impero, ma soprattutto con un’ondata di indignazione popolare che rischia di travasare dall’altra parte dell’oceano, approdando verso i lidi a stelle e strisce, dove l’Fbi ha già aperto un’inchiesta federale per verificare la veridicità delle voci che parlano di intercettazioni illegali sui telefonini delle vittime dell’11 settembre.

Per la natura quasi sacra che gli americani qui assegnano alle vittime degli attentati alle Twin Towers, se mai dovesse essere confermata una tale ipotesi, l’impero di Murdoch crollerebbe in men che non si dica, perchè oltre alle pesantissime conseguenze penali, le sue aziende sarebbero oggetto di un ostracismo totale e perenne, come già si intravede in Gran Bretagna.

A Londra il Parlamento inglese si è espresso contro la vendita di BSkyB a Murdoch, il quale già detiene il 39% delle sue azioni, ma che mirava a un controllo totale.

Lo stesso Murdoch ha ritirato l’offerta, ma pare più per motivi strategici. L’idea sarebbe di tenere un profilo basso, fino a quando le acque non si saranno calmate, per poi tornare in auge più in là.

Ma Murdoch avrà poco seguito la faccenda di un altro imprenditore poco apprezzato in Gran Bretagna, l’egiziano Al Fayed, costretto a vendere persino i prestigiosi magazzini Harrod’s a causa dei suoi precedenti polemici con le istituzioni e l’opinione pubblica britanniche. Farà la stessa fine?

 

 

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