Omicidio Rea, legali di Parolisi: “Il killer è una donna”

Potrebbe arrivare anche oggi la decisione del gip del Tribunale di Ascoli Piceno sulla richiesta di arresto avanzata dalla Procura nei confronti di Salvatore Parolisi, accusato di essere l’omicida della moglie, Melania Rea trovata morta il 20 aprile scorso nel bosco di Ripe di Civitella. Gli avvocati del militare, che ieri avevano chiesto un’indagine del ministero della giustizia sulla fuga di notizie avvenuta nella Procura del capoluogo marchigiano, respingono le accuse e anzi avanzano l’ipotesi che ad uccidere la 29enne di Somma Vesuviana sia stata una donna. Biscotti e Gentile, legali di Parolisi, basano la propria ipotesi sui risultati del referto presentato agli inquirenti dal medico legale: dai risultati dell’autopsia si evidenzia come sul corpo della vittima, oltre al dna suo e del marito, è stato rinvenuto anche un altro dna femminile. Tale frammento di dna è stato ritrovato sotto l’anulare di Melania, proprio il dito dove la donna era solita portare la fede nuziale e un anello d’oro, rinvenuti poi lontano dal cadavere.

In una dichiarazione rilasciata all’Ansa, Biscotti e Gentile parlano di una richiesta di arresto nei confronti di un uomo nonostante “gli accertamenti lasciano intendere che l’omicidio è stato compiuto da una donna”. “Tra i quesiti posti dal pm al medico legale – continuano i legali – c’è anche quello di verificare se se ci sono altri Dna oltre a quelli di Salvatore e Melania: ebbene, la risposta a questo quesito è quasi mascherata in due righe nelle conclusioni del perito. Bisogna leggere con attenzione le oltre 80 pagine per scoprire che: Melania ha tentato di difendersi con le mani durante l’aggressione; sotto l’unghia di una mano è stato trovato un frammento di dna di una donna; il dna di Salvatore è stato trovato solo nella bocca di Melania come probabile conseguenza di un bacio”; inoltre “le ferite sono state provocate da due diverse armi (o oggetti) e in tempi diversi”. Tutte evidenze, secondo Biscotti e Gentile, che smonterebbero “il castello accusatorio a senso unico contro Parolisi tralasciando altre piste”.

La presenza di dna femminile sul corpo di Melania potrebbe però anche essere la prova che il caporal maggiore dell’Esercito non ha agito da solo ma aiutato da una complice:  tutte ipotesi che saranno vagliate dal gip di Ascolti prima di decidere se accettare la richiesta di arresto nei confronti di Salvatore Parolisi.

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