Caso Papa, Giunta dice sì all’arresto

Si evolve negativamente la situazione giudiziaria di Alfonso Papa, deputato del Popolo della Libertà, che ieri ha deciso di autosospendersi dal suo gruppo, inviando una lettera al capogruppo PDL alla Camera, Fabrizio Cicchitto. L’annuncio è stato dato subito dopo che la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera si era espressa in favore dell’arresto nei suoi confronti. Una giornata convulsa, da un punto di vista politico, con il PDL che puntava a rinviare la data del voto per andare direttamente al voto dell’Aula, dove Papa avrebbe maggiori possibilità di farcela, anche grazie a un possibile scrutinio segreto che gli potrebbe garantire il sostegno di numerosi deputati delle opposizioni. E invece il presidente della Giunta, Pierluigi Castagnetti (PD) ha deciso di fare esprimere lo stesso i colleghi, con il PDL che in segno di protesta ha abbandonato la Giunta e disertato il voto. Determinante è stata l’astensione della Lega Nord, con i suoi due componenti, che ha permesso di votare parere favorevole agli arresti. Se si fosse espressa contro, infatti, i suoi voti, sommati a quelli del PDL (che non avrebbe abbandonato la votazione) avrebbero assicurato a Papa il no agli arresti.

Adesso, la prossima settimana spetterà all’Aula della Camera decidere, ma a questo punto le possibilità che Papa ce la faccia si assottigliano. Il Carroccio voterà per il sì e se il suo voto dovesse essere compatto, in assenza di defezioni dall’opposizione, gli si aprirebbero le porte del carcere.

Papa si è detto sereno e ha dichiarato di non temere la reclusione. Un fatto, tuttavia, si rende evidente, al di là del giudizio che si possa dare sulla persona e sul caso. Nessuno ha perso tempo a leggere le carte sul caso Papa, così come la Lega ha espresso un giudizio solo politico, volendo mandare in galera una persona per il solo motivo di smarcarsi dal PDL, mostrando un volto feroce contro i berlusconiani corrotti. Guarda caso, non dovrebbe essere questo l’atteggiamento del Carroccio verso l’altro deputato PDL, Marco Milanese, vicino a Tremonti e su cui pende un’altra richiesta di arresto.

Utilizzare il voto su un fatto così grave per fini di bilanciamento politico all’interno della maggioranza è da parte della Lega un atteggiamento ignobile e si spera che il PDL ne prenda atto politicamente, volendo smarcarsi esso stesso da un alleato che si mostra fedele solo quando le cose vanno bene. Certo, sarà anche compito del PDL di fare pulizia interna, perchè è troppo forte l’odore di malaffare di gente che ha utilizzato il partito come un laboratorio per sperimentare le proprie illegalità.

 

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