C’è una svolta nelle indagine sull’omicidio di Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana trovata morta lo scorso 20 aprile nel bosco di Ripe di Civitella, nel teramano: la Procura di Ascoli avrebbe chiesto l’arresto di Salvatore Parolisi, marito della donna sotto indagine con l’accusa di omicidio. La notizia è stata data dal quotidiano “Il Centro” ed è stata poi confermata da fonti investigative. Toccherà ora al giudice per le indagini preliminari di Ascoli Piceno Carlo Calvaresi decidere se accettare o meno la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura; il giudice dovrà esaminare un fascicolo molto voluminoso quindi i tempi della decisione si preannunciano non brevi, anche se la fuga di notizie potrebbe accelerare gli eventi.
A far maturare la richiesta di arresto per omicidio volontario aggravato una serie di elementi scoperti dagli inquirenti nelle ultime fasi delle indagini: le novità più importanti dovrebbero essere arrivate dall’analisi scientifica dei tabulati telefonici del Parolisi e di Melania e dall’autopsia sul corpo della donna i cui risultati sono stati depositati mercoledì 13 luglio e che avrebbero permesso di risalire all’ora del decesso. Sebbene non ci siano conferme ufficiali, gli inquirenti avrebbero localizzato i cellulari della coppia il 18 aprile (giorno in cui è scomparsa Melania) nel bosco di Ripe di Civitella dove è stato ritrovato due giorni dopo il cadavere della donna: un riscontro non compatibile con la versione fornita dal militare, che ha sempre sostenuto che tra le 14,30 e le 16, lui fosse con la moglie e la figlioletta a Colle S.Marco. A far decidere la procura per la richiesta di arresto anche il pericolo di inquinamento delle prove e di fuga.
“Sbalordito da questa giustizia colabrodo” è questa la reazione che ha avuto Parolisi alle notizie che arrivavano da Ascoli secondo quanto affermato da uno dei suoi legali, l’avvocato Nicodemo Gentile: “L’indagato è una persona e come tale va trattato con tutte le garanzie del caso – specifica il legale-. Un principio che la Procura di Ascoli Piceno sembra aver smarrito. Il modo in cui stanno trattando Parolisi è indegno della nostra civiltà giuridica: è un linciaggio morale senza fine”. Gentile insieme al collega Biscotti ha anche chiesto un’ispezione degli organi competenti del Ministero per accertare le responsabilità della fuga di notizie.