Meningite, nuove possibilità con la "Reverse vaccinology"

La meningite, l’infiammazione pericolosa delle menbrane che rivestono le strutture cerebrali, è una patologia che può causare spesso la morte di chi ne soffre. E’ una patologia subdola, per la quale è necessario trovare una cura efficace.

I ricercatori della Novartis Vaccines di Siena in collaborazione con l’Università di Firenze hanno scoperto un nuovo vaccino per la meningite che potrebbe garantire la protezione da oltre 300 ceppi di meningococco. Fino ad oggi esistevano vaccini solo contro il sierogruppo virale C, mentre per il meningococco del sierogruppo B non esistevano cure. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Science Translational Medicine di luglio 2011. Gli scienziati hanno spiegato le metodiche utilizzate per raggiungere una cura efficace contro la meningite da meningococco B. Hanno sfruttato la tecnica conosciuta come “Reverse Vaccinology”, attraverso cui sono riusciti ad identificare una proteina, fHBP, che riesce a stimolare un‘intensa risposta da parte del sistema immunitario.

La meningite potrebbe non costituire ancora un problema di morte per chi ne soffre. Con la reverse vaccinology, una tecnica all’avanguardia per lo sviluppo di nuovi vaccini attraverso il sequenziamento del genoma dei patogeni, i ricercatori hanno iniziato una ricerca innovativa per lo sviluppo di nuovi vaccini. I vaccinologi hanno sequenziato l’intero genoma di un agente patogeno ritenuto idoneo allo scopo e sono riusciti a decodificare la sequenza genomica del pericoloso meningococco B. Inoltre, gli scienziati hanno prodotto in laboratorio una proteina chimerica, chiamata G1, che contiene varianti geniche identificate ed è in grado di indurre la produzione di anticorpi efficaci contro le diverse varianti del meningococco. La giusta direzione per la cura della meningite virale è stata tracciata ed adesso si punta a migliorare le cure per infezioni da rinovirus e per la piaga mondiale più grande: la pericolosa AIDS. In bocca al lupo e buona fortuna ad i nostri capaci ricercatori.

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