Manovra di Tremonti, è salasso per contribuenti

Questa sera la Camera dei Deputati sarà chiamata ad esitare la manovra finanziaria, ormai giunta a 70 miliardi, che dovrebbe ottenere il via libera, quasi certamente, dopo l’ok del Senato di ieri. I tempi record si sono resi necessari per evitare che la furia della speculazione sui mercati proseguisse imperterrita contro l’Italia, con conseguenze gravissime per la tenuta della nostra economia. La maggioranza sarà chiamata a votare una manovra dall’impianto indifendibile, che se mira al nobile obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014, dall’altra parte lo fa con misure che definire discutibili è esercizio puramente da sofisti. Questa manovra poggia le basi sull’assunto che a risanare le casse vuote dello stato debbano essere i contribuenti, nelle varie forme che si sono escogitate. Il contribuente pagherà l’aumento di 6 centesimi sulle accise, quindi con un pieno più costoso alla pompa, dopo avere già subito la previsione di un aumento di tre centesimi per finanziare il fondo per la cultura, secondo la logica socialista del suo ministro Tremonti, quella del “tax and spend”. Il contribuente sarà chiamato a pagare di più sulle rendite finanziarie, tassate al 20% dall’attuale 12,5%. Certo, ci sarà un magro beneficio per chi ha depositi a risparmio, la cui tassazione sugli interessi maturati scende dal 27% al 20%, ma se l’intento della manovra sarebbe di recuperare un paio di miliardi di gettito, si capisce che al netto, ci guadagna solo lo stato e ci perde il risparmiatore.

Per non parlare del salasso sui titoli a deposito, con la previsione di un mega-bollo fino a 680 euro l’anno, oltre i 500 mila euro depositati. Una vera e propria tassa patrimoniale, degna della proposta della Cgil. E per restare in tema di bollo, pagheranno di più anche i detentori di Suv, per cilindrate superiori ai 226 CV.

Poi, ieri, Tremonti annuncia una cosa giusta in teoria, ma applicata da lui rischia di essere un conto salatissimo per le famiglie: tagliare le agevolazioni fino al 20% nel 2014. Tutto giusto, peccato che con quei soldi, non ci saranno tagli all’Irpef, come si era discusso all’inizio, bensì un puro beneficio per lo stato e basta.

C’è qualcosa che vada nella direzione di aprire i mercati, di creare maggiore concorrenza, di sbloccare la crescita, imbrigliata in uno stato atrofico e divoratore di risorse? Nessuna. Allora, questa sera, suggerisco al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di non metterci la faccia su una manovra che passerà alla storia come una seconda finanziaria Amato. Stia lontano dall’emiciclo di Montecitorio, non associ il suo viso a questa vergogna.

 

 

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