Premier giapponese: “Anche noi in futuro senza il nucleare”

Durante una convention del Partito Democratico di governo, il primo ministro giapponese Naoto Kan, in conferenza stampa trasmessa in diretta tv, ha commentato gli ultimi sviluppi dell’incidente di Fukushima, dichiarando che anche il suo paese deve intraprendere la strada delle rinnovabili, cominciando a chiudere quella del nucleare. Prima dell’incidente, il Giappone aveva pianificato una politica che prevedeva un aumento dell’incidenza dell’energia prodotta grazie all’atomo del 50% entro il 2030, mentre nel 2010 era già del 30%. Ora invece il premier si è detto impegnato per una “riduzione progressiva” di tali quote, a favore delle energie rinnovabili, solare, eolico e da biomassa, accarezzando un futuro completo abbandono del nucleare.

Kan ha anche spiegato come la decontaminazione della zona dove sorge la centrale di Fukushima richiederà un tempo lungo: “Tantissime persone sono state costrette a fuggire da quella zona e ci vorranno tre, cinque, dieci anni per poter riprendere il controllo e altri decenni per rimediare alle conseguenze dell’incidente“.

Secondo la tv pubblica Nhk, la Commissione giapponese per l’energia atomica e la società Tokyo Electric Power (Tepco), stanno pianificando il ritiro del combustibile nucleare fuso per il 2021. Il progetto sarebbe ispirato alle procedure seguite dagli Stati Uniti per l’incidente nucleare alla centrale di Three Mile Island nel 1979. La Tepco spera di poter arginare le fughe radioattive entro poche settimane e raffreddare i reattori per poi fermarli all’inizio del prossimo anno. Il ministro Goshi Hosono ha dichiarato che il 19 luglio prossimo, sarà reso pubblico il nuovo programma di decontaminazione del sito e gli sviluppi a lungo termine.

In Giappone sono installati ben 54 reattori, ma attualmente solo 19 stanno funzionando perchè gli altri sono stati fermati o per il terremoto o per manutenzione. Nonostante ciò Kan ha assicurato che la produzione è sufficiente per la nazione sia durante questa estate che per il prossimo inverno. Il governo ha preteso che prima di esser rimessi in funzione, i reattori passino dei nuovi ed approfonditi test di resistenza, in particolar modo a catastrofi naturali, in Parlamento intanto arriverà nei prossimi giorni la proposta di legge, il piano da discutere sulle energie rinnovabili.

Ma non manca qualche voce critica: gli stress test sono stati giudicati “ridicoli” da Hiromasa Yonekura, leader della Keidanren (equivalente della Confindustria) secondo il quale è una iniziativa con ricadute negative sulla “stabilità dell’economia” mentre perplessità sulla reale capacità di fornire elettricità sono arrivati anche dal governatore della “Bank of Japan“, Masahaki Shirakawa.

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