USA, si allontana accordo su tetto debito

Finchè Obama sarà presidente, un accordo sul bilancio non potrà essere trovato“. L’avvertimento è del capogruppo al Senato per i Repubblicani, Mitch McConnell, il quale ha avvertito che non sarà possibile con Obama concordare un piano complessivo di riduzione del deficit federale a causa delle forti distanze tra i due schieramenti. McConnell, tuttavia, propone una soluzione minima, lontana da quell’ampio respiro che, al contrario, il Presidente Obama chiede con forza. Secondo il senatore, i Repubblicani potrebbero essere disposti a concedere un innalzamento complessivo del tetto sul debito, attualmente a 14.300 miliardi di dollari, per un importo di 2400 miliardi. L’aumento sarebbe consentito con tre voti del Congresso, in quanto il tetto sarebbe alzato solo in tre momenti diversi. Inizialmente, per un importo di 710 miliardi di dollari e poi altre due votazioni per un innalzamento di quasi 900 miliardi ciascuno. Questo consentirebbe alla Casa Bianca di potere fare fronte alle spese federali fino alla fine dell’anno prossimo, si stima. In cambio, la Casa Bianca dovrebbe impegnarsi ufficialmente a tagliare la spesa federale esattamente per la stessa cifra prevista da ogni innalzamento del tetto, ma la cosa non passerebbe per il Congresso, rientrando così in una sorta di patto tra gentiluomini.

Dunque, il piano McConnell eviterebbe il default subito dopo il 2 agosto, ma non riuscirebbe ad affrontare l’emergenza del disastro dei conti pubblici, come invece sollecitano anche le agenzie di rating, che nei mesi scorsi hanno minacciato con Standard & Poor’s e Moody’s di declassare il rating dei titoli di stato USA in mancanza di un accordo strutturale.

Il piano iniziale era di 4000 miliardi di dollari, ma i Repubblicani non sono disposti a cedere sugli aumenti delle tasse voluti da Obama. Essi chiedono che il deficit venga ridotto solo con tagli alla spesa federale.

Realisticamente, a meno di novità, non si andrà oltre questo piano minimalista, in quanto le distanze tra Democratici e Repubblicani rimangono forti e con le presidenziali in vista i toni sono destinati a esacerbarsi, non certo a una distensione.

Di certo, ciò non giova ad Obama, che si presenterebbe nel novembrte 2012 con un record storico di debito e con un deficit fuori controllo.

 

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