Asta BoT: bene domanda, ma boom rendimenti

Ieri, il Tesoro ha collocato 6,75 miliardi di euro in BoT a un anno, in una delle più temibili giornate della storia recente per l’Italia e l’Europa. L’asta dei nostri titoli era guardata con molta preoccupazione, dopo che il giorno precedente lo spread tra i rendimenti del nostro BTp a dieci anni e di quelli del Bund tedesco era giunto al record di 332 punti base. E nella mattinata di ieri, mentre l’asta era in corso, il differenziale stava sfondando la barriera dei 350 bp. Insomma, c’erano tutte le premesse perchè le cose non si mettessero bene. Alcuni analisti temevano che la domanda sarebbe stata insufficiente a coprire il fabbisogno.

Invece, l’asta ha avuto successo e a fronte dell’offerta del Tesoro, le richieste degli investitori sono state pari a oltre 10 miliardi, con un bid-to-cover di 1,55, in leggera flessione dall’1,71 dell’asta precedente, ma comunque in linea con la media di 1,6 di quest’anno.

Tuttavia, questa copertura è avvenuta a caro prezzo, perchè i nostri BoT hanno registrato aumenti dei rendimenti, passati dal 2,147% della precedente asta di giugno al 3,67%. Un boom di ben 152 punti base, che la dice lunga sulla situazione del clima deteriorato sui mercati finanziari.

I tassi sui BoT a dodici mesi risultano così superiori di 235 punti su quelli overnight e di 170 punti sugli Euribor. Per fortuna, la concomitante scadenza di titoli italiani per 7,5 miliardi in questi giorni ha contribuito a tenere alta la domanda e a evitare il peggio.

Forse complice anche il buon esito dell’asta di ieri, oltre al miglioramento degli indici a Piazza Affari, lo spread tra i BTp e i Bund si è progressivamente ridotto, fino a tornare sotto quota 300 punti base.

 

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