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Francia, la socialista Aubry propone l’aumento delle tasse

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Giuseppe Timpone

Domani scadranno i termini per la presentazione delle candidature alle primarie socialiste per la scelta del prossimo sfidante contro Nicolas Sarkozy in vista della corsa per l’Eliseo nel maggio 2012. Fino ad ora – ma a questo punto non vi dovrebbero essere più sorprese – andranno alla sfida il segretario del partito socialista Martine Aubry e l’ex segretario François Hollande, oltre a due outsider di inclinazioni non global e ambientaliste. I sondaggi della vigilia darebbero in testa Hollande, seguito da Aubry, ma l’ex ministro del lavoro del governo Jospin, la rossa Aubry, conferma la sua vocazione a guardare molto a sinistra e poco ai fatti e forse rappresenta la più grande speranza per Sarkozy, se riuscisse a diventare lei la candidata ufficiale dei socialisti. Quando fu ministro del lavoro, tra il 1997 e il 2002, si distinse per l’approvazione della legge sulle 35 ore, che in molti settori industriali abbassò l’orario di lavoro di 5 ore a settimana sotto lo slogan “lavorare tutti, lavorare meno”. Una bestemmia economica che fece un buco nell’acqua: semi-applicata e semi-abrogata, non portò alla creazione di un solo posto di lavoro, tanto che il suo governo fu travolto da un’impopolarità tale che l’allora premier Jospin non arrivò nemmeno al secondo turno, scavalcato dal Front National di Jean-Marie Le Pen. Prima volta nella storia della Quinta Repubblica.

E che la Aubry pensi più a consolidare la sua immagine tra l’ultra sinistra marxista e non guardi al centro, determinante per l’assegnazione della vittoria alle presidenziali, lo dimostrano le sue proposte di politica economica, che prevedono la cancellazione della legge sulla defiscalizzazione dello straordinario che, a suo dire, costa il posto di lavoro ad altri e quei 4,5 miliardi all’anno andrebbero, invece, investiti nella creazione di posti di lavoro.

Rimprovera poi alla destra di avere abbassato le tasse ai ricchi per 70 miliardi di euro, mentre se lei arrivasse all’Eliseo cancellerebbe ben 50 miliardi di questi benefici fiscali.

Non sappiamo se la sua sia solo una tattica per accreditarsi come una dura a sinistra e sperare di recuperare consenso tra la base socialista più militante e radicale. Di certo, se veramente sarà questa la sua linea politico-elettorale per le presidenziali, Sarkozy dovrebbe recarsi alle urne per le primarie socialiste e votare e far votare Martine Aubry.

 

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Giuseppe Timpone