La Resistenza come guerra civile: l’affermazione non arriva da uno dei tanti studiosi o politici che negli ultimi anni hanno provato a far passare il messaggio della necessità di riscrivere la storia della resistenza, magari utilizzandola a proprio piacimento; no, questa volta a parlare della Resistenza, non come guerra di liberazione, ma come guerra civile è un filmato “ufficiale”, quello proiettato nel corso dei festeggiamenti per i cento anni del Viminale. Un’occasione pubblica, e per di più istituzionale, alla presenza del Presidente della Repubblica, diventa il teatro di quella che sembra essere una vera e propria gaffe: nel filmato istituzionale che ripercorre il secolo del palazzo del ministero degli Interni attraverso i più importanti passaggi della storia d’Italia si parla degli anni tra il 1942 e il 1945 come del periodo della guerra civile. L’errore sarebbe potuto anche passare inosservato, se non fosse giunto dopo i diversi tentativi, anche da parte di esponenti della maggioranza, di far passare una visione riveduta e corretta di una delle pagine più importanti della storia del nostro paese.
Come non ricordare Dell’Utri che annunciava prima delle elezioni politiche del 2008 la revisione dei libri di storia troppo pieni a suo dire “della retorica della Resistenza”; come non ricordare Chicchitto che appena qualche mese fa (25 aprile 2011) parlava della lotta contro il nazismo come di un “crogiolo di contraddizioni” o ancora il solito Borghezio che nello stesso giorno invitava ad abolire la festa della Liberazione perché ricorda una “guerra civile”. Ecco alla luce di questi precedenti, la gaffe di oggi non poteva passare inosservata e bene ha fatto Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi a commentare duramente quanto accaduto: “Ancora una volta si è parlato di guerra civile a proposito della Resistenza che è una delle pagine più gloriose della storia italiana e non deve essere deformata cercando di ridurne la portata a guerra civile. È stata guerra di Liberazione per liberare l’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione tedesca”. “Sorprende – continua Smuraglia – che dopo tanti anni di distanza, da una sede autorevole e istituzionale come il Viminale e davanti al presidente della Repubblica, esca ancora il tentativo di ridurre una pagina meravigliosa della storia del Paese a una lotta fratricida”.