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Nel 2011 si tira la cinghia e gli italiani vanno poco in vacanza

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Giuseppe Di Spirito

Appena un italiano su cinque andrà in vacanza questa estate, mentre nel 2010 ci andava il 50% della popolazione. Questo il dato finale di uno studio dell’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) che per quanto riguarda la durata delle ferie, invece, stima che il 60% dei vacanzieri starà fuori per circa una settimana e solo l’1% per un mese intero, con una stretta dovuta agli aumenti delle spese di viaggio e alloggio. Ad incidere su questo rincaro, soprattutto i costi dei viaggi, con ben più 70% (circa 230 euro) di aggravio rispetto all’anno scorso per i traghetti. I voli aerei andata e ritorno, invece, sono aumentati mediamente di un centinaio di euro, il 25% in più, mentre i biglietti del treno “solo” del 7% in più, infine il dato per l’automobile con oltre 20 euro in più per due pieni di carburante.

Per quanto riguarda la permanenza sui luoghi di villeggiatura, i costi dei pacchetti “tutto compreso” sono in rialzo dell’1,6%, gli alloggi in albergo (mezza pensione) per una settimana aumentano dello 0,8% e quindi, tra viaggio ed alloggio, per l’Adoc una singola persona arriva a sborsare quasi 700 euro in più, con solo il 2% dei vacanzieri che supera un budget-vacanza di 1000 euro.

Per questi motivi si cerca di fare una vacanza breve ma soddisfacente, una chiave di lettura per spiegare l’incremento dei viaggi low cost e rateizzati, senza contare chi chiede prestiti a scopo vacanza, con la spiacevole conseguenza di pagare anche interessi che possono arrivare al 24%. In tutto ciò, il 58% di chi parte rimarrà comunque in Italia, spesso in località marittime, mentre per l’estero la meta preferita è l’Europa e solo il 23% andrà oltreoceano. Interessante l’esplosione del fenomeno dei camper, con un incremento annuo di 14mila unità, per un totale di circa 700 mila utenti, con i campeggi che hanno registrato un aumento del 2%, arrivando ad essere preferiti dal 5% dei vacanzieri.

Una novità è il fenomeno del “couch surfing” ossia “saltare per divani” (o giù di lì) un sistema che dà la possibilità di avere costi molto bassi, un fai da te dove si crea una rete di conoscenze e si mette a disposizione una stanza o il divano, o un posto qualsiasi per far scambio di esperienze e che in Italia conta già 33mila “estimatori”.

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Giuseppe Di Spirito