Il primo semestre del 2011 si chiude in Cina in attivo di 45 miliardi di euro, in fatto di saldo della bilancia commerciale. Detto in altri termini, i cinesi hanno esportato verso il resto del mondo merci per 45 miliardi in più di quanto ne abbiano importato. Un valore molto positivo, ma che risulta essere in calo del 18,2%, rispetto allo stesso semestre del 2010.
A determinare questa dinamica meno positiva sull’anno precedente è l’andamento dell’export e dell’import, con il primo cresciuto del 24%, su base annua, mentre il secondo del 27,6%. Complessivamente, il commercio con l’estero (somma di export + import) è cresciuto del 25,8%, raggiungendo il valore di 1700 miliardi di euro, di cui 874 miliardi in esportazioni e 829 miliardi in importazioni.
Nel mese di giugno, poi, la bilancia commerciale, tra importazioni ed esportazioni, ha registrato movimenti per ben 301,7 miliardi di euro, con una crescita sulla stesso mese del 2010 del 18,5%. Anche in questo caso, la crescita maggiore è stata registrata dalle importazioni, con un +19,4%, mentre le esportazioni sono cresciute del 17,9% su base annua, ma comunque registrando il record mensile di 162 miliardi.
Per quanto il dato rifletta soprattutto l’aumento dei prezzi delle materie prime, che alza il valore delle importazioni, la Cina utilizzerà questi esiti, per sconfessare le ipotesi di chi chiede, in ambito internazionale, un adeguamento del suo tasso di cambio, che passa per una rivalutazione dello yuan.
Già nei mesi scorsi, Pechino aveva dichiarato, commentando un raffreddamento del saldo della bilancia commerciale, che i dati dimostrerebbero come non ci siano squilibri sul cambio, dato che si registrano aumenti nelle importazioni e crescita meno contenuta delle esportazioni.