Domani, 12 luglio, il Tesoro collocherà titoli BoT a un anno, per un valore complessivo di 6,75 miliardi di euro, come ha già comunicato. E per il 15 luglio, maturano a scadenza BoT per 7,5 miliardi di euro, il che lascia ben sperare sull’esito del collocamento, in termini di domanda e di tassi di rendimento.
In effetti, mai come in questi giorni, per l’Italia, sarà decisivo il risultato di un’asta titoli, per il clima da bufera finanziaria che si respira attorno al nostro Paese e per le incertezza ancora molto forti sulla Grecia, in particolare. Il rendimento è il dato che viene maggiormente valutato dai mercati e anche dagli stessi responsabili della politica economica di uno stato, in quanto segnala il grado di fiducia in un Paese. Se domani i BoT dovessero essere collocati a tassi molto più alti dall’ultima seduta, ciò sarà il segnale che la fiducia degli investitori verso l’Italia si è incrinata e che stia prevalendo più il timore di un rischio contagio della crisi debitoria.
Al contrario, se i rendimenti dovessero porsi in linea con gli ultimi risultati, anche magari scontando qualche centesimo in più al rialzo, allora non solo rappresenterebbe un segno di fiducia, ma esso stesso potrebbe in parte contribuire a rasserenare i mercati e ad evitare attacchi ulteriori da parte della speculazione. Ricordiamo, poi, che un aumento eccessivo dei rendimenti non sarebbe solo un brutto segnale, da un punto di vista psicologico, bensì anche di deterioramento dei conti pubblici, in quanto ciò significa che l’Italia dovrebbe sborsare di più per finanziarsi.