E’ stato ufficializzato quanto si andava dicendo da settimane, da quando il Partito Socialista Spagnolo di Luis Zapatero ha perso rovinosamente le elezioni amministrative di maggio, ottenendo il peggiore risultato della storia della sinistra spagnola dal dopo-Franco e perdendo tutte le regioni in cui si sono tenute le elezioni, compresa la guida di importanti roccheforti dello Psoe, come Barcellona e Valencia. Il premier Zapatero ha annunciato da qualche mese che non intende ricandidarsi per un terzo mandato e da quella dichiarazione i media e lo stesso partito sono stati alla ricerca del volto nuovo dei socialisti. Fino a ieri, quando è stato annunciato che il vice-premier Alfredo Perez Rubalcaba correrà contro il capo dei popolari Mariano Rajoy alle elezioni politiche previste per il marzo 2012, quindi tra circa otto mesi. La scelta di Rubalcaba è tutt’altro che un rinvigorente per la base socialista, in quanto, nonostante egli sia apprezzato per i successi ottenuti contro i separatisti baschi quando fu ministro dell’interno, tuttavia egli sarebbe privo di appeal ed è considerato dagli elettori un uomo dell’apparato socialista, forse, ciò che è peggio in questa fase, un uomo di Zapatero.
Ma è probabilissimo che la nomina di Rubalcaba a candidato premier dello Psoe sia dettata dall’esigenza di non bruciare una nuova leva del partito, dato che i socialisti vedono molto lontana la probabilità di vittoria. I sondaggi danno Rubalcaba in netto svantaggio su Rajoy. Il Partito Popolare sarebbe avanti di almeno 10-14 punti percentuali.
Non aiuta certo a recuperare consenso tra l’elettorato indeciso la linea di Rubalcaba, che sposta a sinistra l’asse del partito, con proposte che vanno dalla richiesta alle banche di contribuire con parte dei loro utili alla creazione di lavoro all’introduzione di una tassa patrimoniale.
Non solo le proposte non sarebbero attuabili, ma aggraverebbero la già drammatica crisi del sistema bancario sconquassato e metterebbero in fuga i risparmi degli spagnoli. La Spagna vanta il triste primato del record di disoccupati: ben il 21%, più di un lavoratore su cinque. E tra i giovani sono il 44% coloro che non trovano lavoro: anche questo dato è un record assoluto in Europa.
E pensare che i socialisti trovarono nel 2004, quando arrivarono al governo con Zapatero, una situazione del tutto diversa, con un’economia rampante, che è sprofondata con la crisi del 2008. I socialisti di Zapatero sono considerati responsabili del disastro dell’occupazione da parte della maggioranza dei cittadini spagnoli.