Si moltiplicano i segnali delle debolezza del mercato del lavoro USA. Nel mese di giugno, rende noto il Bureau of Labour Statistics, i posti di lavoro creati nel settore non agricolo sono stati di appena 18 mila unità, a fronte di un’attesa di 105 mila nuovi posti. Un crollo e un dato così debole che non si vedevano dal settembre 2010, ultimo mese di saldo in calo per i posti di lavoro.
E così, il tasso di disoccupazione è stato rivisto al rialzo, passando dal 9,1% al 9,2%. Un segnale molto negativo, che conferma l’esaurimento dela fase espansiva dell’economia americana, dopo che nei primi tre mesi dell’anno, la media mensile dei nuovi posti di lavoro creati era stata di 166 mila unità.
Pertanto, la Federal Reserve, già a giugno, aveva evidenziato come quest’anno il tasso di disoccupazione dovrebbe essere rivisto al rialzo dalle precedenti stime, con limature di un paio di decimali. La percentuale dei senza lavoro dovrebbe attestarsi a fine anno poco sotto il 9%, un livello inusitatamente alto per la storia americana.
Delude, in particolare, il settore privato, che a giugno ha creato solo 57 mila posti di lavoro, a fronte delle 73 mila unità di maggio e della previsione di 132 mila nuovi posti.
Alcuni mesi fa, sempre l’ufficio statistico del Dipartimento del Lavoro USA aveva indicato in 300 mila la cifra media dei nuovi posti di lavoro mensilmente da creare, per un periodo prolungato di tempo, al fine di riuscire ad abbattere sostanzialmente il tasso di disoccupazione. I dati di questi mesi confermano che non solo si è molto lontani da quell’obiettivo, ma il trend è persino in calo.