Caso Ruby: pronta una norma per sottrarre il processo a Milano?

Nonostante la Consulta abbia dato il via libera per la discussione nel merito del conflitto di attribuzione sul “processo Ruby“, la prudenza forse non è mai troppa. E così parrebbe cadere a fagiolo il ritorno in discussione di una modifica al testo della convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, meglio conosciuta come “Convenzione di Lanzarote”, modifica che finirebbe per allontanare da Milano una parte del procedimento a carico di Silvio Berlusconi.

Secondo il quotidiano “La Repubblica” la commissione Giustizia del Senato è ridiventata un campo di battaglia, quando la senatrice del Pd Silvia Della Monica (ex pubblico ministero) ha gelato tutti i presenti gridando: “Non scherziamo. Io vi dico quello che penso con estrema chiarezza. Penso che voi state per fare una nuova, l’ennesima, legge ad personam per cercare di salvare Berlusconi dal processo Ruby!“. Nel silenzio generale, il j’accuse è continuato spiegando che le audizioni degli esperti in materia hanno chiarito che non vi è alcun bisogno di introdurre stravolgimenti dell’attuale normativa in materia e che anzi c’è il fortissimo rischio che le investigazioni su sfruttamenti sessuali e commercio di esseri umani vengano inficiate. “Non vi importa nulla del danno enorme che state per fare… v’interessa solo quel processo!” ha strillato l’indignata senatrice.

Ma di cosa stiamo parlando? L’emendamento della relatrice Laura Allegrini (Pdl) mira a distribuire i reati a danno dei minori a tre differenti uffici: quelli di natura associativa (art.416 cp) si assegnano alle procure distrettuali antimafia, i reati su mezzo informatico vanno alle procure distrettuali ordinarie ed infine tutti gli altri reati sui minori, anche la prostituzione, andrebbero alle procure circondariali. In quest’ultima situazione ci sarebbe l’automatica ricaduta sulla competenza del processo Ruby, spostata da Milano a Monza.

La prossima settimana il disegno di legge tornerà in discussione e la Allegrini si è detta disponibile ad inserire una norma transitoria che applichi la legge solo ai processi futuri, escludendo quelli già in corso, un tira e molla già visto dai tempi del famigerato “processo breve”. Se ciò però non avvenisse, è tacito che i legali di Berlusconi si appellerebbero alle novità appena introdotte per chiedere di trasferire la competenza di almeno uno dei due reati oggetto del procedimento, la prostituzione minorile. Il senatore del Pdl Roberto Centaro (ex magistrato) difende la norma e si dice convinto che gli affari di Berlusconi non c’entrano nulla con la giustezza della stessa, visto che i suoi studi indicano che i reati a danno dei minori sono perseguiti meglio nelle piccole città.

C’è da chiedersi, però, quando mai una legge palesemente ad personam è stata ammessa come tale da chi l’ha proposta?

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