USA, trattative su debito per evitare default

Si parla di Grecia, solo di Grecia, sulla grande stampa internazionale. Atene è di fatto in bancarotta, su questo non ci piove, ma ciò che la grande stampa di settore e quella più generalista stanno dimenticando o omettono di scrivere è che la super-potenza economica mondiale, gli USA, stanno intorno agli stessi livelli della Grecia. Esagerazione? Non proprio.

Quest’anno, il debito pubblico americano si attesterà intorno al 100%, raggiungendo l’apice dei 14.300 miliardi di dollari. Il deficit viaggia al 10% del pil e la crescita si è già rallentata, malgrado la Fed abbia messo in campo tutte le misure possibili per sostenere la ripresa. E senza un accordo tra l’amministrazione di Obama e il Congresso, il 2 agosto gli USA dovrebbero dichiarare default.

In quella data, infatti, sarà raggiunto il tetto massimo del debito previsto per legge e senza un’autorizzazione del Congresso, per alzare quel limite, gli USA dovrebbero dichiarare bancarotta, non essendo più in grado di far fronte alle spese.

Ora, è evidente che un accordo all’ultimo minuto con i Repubblicani si troverà, ma ciò che deve fare riflettere è che la prima economia al mondo sia ultra-indebitata, con un trend crescente di debito e disavanzo, a fronte di un’economia privata altrettanto malmessa (a differenza di stati come l’Italia, che vantano alti tassi di risparmio privati).

Ma ci chiediamo, senza spirito polemico, ma giusto per fare un’osservazione: come è mai possibile che il rating sui titoli di stato USA abbiano ancora la tripla A, ossia il giudizio migliore da parte delle agenzie? I maligni direbbero, perchè sono tutte e tre agenzie di rating americane. Non sappiamo se sia questo, di certo in una situzione di giudizio obiettivo, gli Stati Uniti non dovrebbero godere di un rating ben più alto di quello di stati come la Grecia.

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